Scuola aperta/2: nuovi orizzonti culturali e formativi

Se la prima parte del tema "Scuola aperta" ha riguardato il target destinatario di questa piccola rivoluzione, la seconda parte dell’intervento del ministro ha riguardato prevalentemente il cosa, i contenuti dei progetti e delle attività da realizzare.

Scuola aperta significa anche ricordarsi – ha detto – che ci sono materie e competenze che non possono rimanere appannaggio di pochi fortunati, perché non si può, ad esempio, abdicare all’alfabetizzazione motoria e sportiva nella scuola primaria, in considerazione che l’Italia è tra i Paesi europei con più ragazzi obesi (10%).

Visto che il 2014/2015 sarà l’anno scolastico dell’educazione alimentare, il ministro ha annunciato una collaborazione con EXPO per educare i ragazzi ai temi della nutrizione e del mangiar sano. 

Ha auspicato che nell’apertura pomeridiana delle scuole ci sia spazio per lo studio della filosofia, della storia dell’arte e della musica, "tutte materie sacrificate da tempo nel quadro dei vecchi programmi e diventate assolutamente sporadiche, quando non estinte".

Per la scuola primaria, o addirittura dell’infanzia auspica uno spazio dove i bambini possano apprendere la  lingua straniera (l’inglese) grazie alle modalità CLIL – una metodologia di insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera che garantisca la continuità dell’insegnamento e della lingua per tutto il percorso scolastico.

Per il ministro scuola aperta può significare allargare l’orizzonte e lo sguardo verso una scuola digitale, tenendo conto che, per il digitale come per le lingue straniere, prima si parte e meglio è. E quindi è importante iniziare fin dalla primaria.

Infine, una scuola aperta, secondo la Giannini, deve guardare anche con attenzione al mondo del lavoro e dell’impresa. Anche qui molto bene l’annuncio e l’apertura, ma è doverosa, ancora una volta, una domanda: come? Con quali risorse umane e finanziarie?

Se per raggiungere quegli obiettivi occorre anche un’apertura al privato sociale, occorre anche intervenire con un’appropriata disciplina normativa.