
Scrima e Pantaleo: brutta scuola, troppe criticità
E’ duro il giudizio dei sindacati della scuola, a partire dai due più rappresentativi, sulla legge appena approvata dalla Camera.
Per Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, il disegno di legge approvato oggi dalla Camera “non risolve nessuna delle criticità su cui da settimane stiamo rivendicando il confronto con governo e forze politiche”, perché le modifiche apportate sono “marginali“.
Nel merito, “restano infatti esclusi dal piano di assunzione i precari non inclusi nelle GAE, si conferma una modalità di assegnazione dei docenti alle scuole che non assicura né efficacia di gestione, né garanzie di trasparenza; si conferma l’affidamento improprio e inopportuno di funzioni valutative a studenti e genitori nei confronti dei docenti; si mantiene, rinviandone solo di qualche tempo gli effetti, il divieto di conferire contratti a termine per più di 36 mesi, trasformando così in negazione del diritto al lavoro le norme dirette a contrastare l’abuso di lavoro precario; si riducono e in qualche caso si azzerano gli spazi di contrattazione nella disciplina di importanti aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro”.
Ora i sindacati, che si riuniscono oggi anche in vista dell’incontro che avranno lunedì prossimo con il ministro al Miur, puntano sulla discussione che si svolgerà in Senato per ottenere “le necessarie modifiche ai contenuti della legge”.
Su “radicali” modifiche insiste anche Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil, che definisce “brutta e autoritaria” la scuola disegnata dalla legge approvata dalla Camera. “La scuola non è dei sindacati”, sostiene polemicamente il sindacalista, “ma nemmeno proprietà del Governo e della maggioranza che lo sostiene”.
Perciò “nel passaggio al Senato chiediamo radicali modifiche che partano da un piano pluriennale di stabilizzazione per tutti i precari, alla eliminazione del vincolo futuro dei 36 mesi per le supplenze, alla cancellazione e riscrittura del capitolo sui poteri e le funzioni dei dirigenti scolastici, alla ulteriore riduzione delle deleghe in bianco, al prevedere la priorità dei finanziamenti alle scuole statali a fronte dell’evidente difficoltà a garantire il loro normale funzionamento, al cancellare tutte le incursioni legislative sulla contrattazione e al definire tempi certi per il rinnovo del contratto nazionale”.
Lunedì i sindacati avranno una prima opportunità per capire quali sono le reali volontà del Governo su questi punti, ma “la mobilitazione non si fermerà fino a quando non ci saranno cambiamenti radicali e concreti”.
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