Sciopero generale del 12 dicembre: scuola e conoscenza al centro della mobilitazione
Venerdì 12 dicembre 2025 la CGIL ha proclamato uno sciopero generale di tutti i settori per l’intera giornata, con manifestazioni territoriali previste in tutte le principali città italiane. Una mobilitazione ampia, che coinvolgerà anche il mondo della scuola, dell’università, della ricerca e della formazione, chiamato a prendere posizione su una serie di criticità che – secondo il sindacato – la legge di bilancio 2026 non affronta in modo adeguato.
Bilancio 2026 e lavoro pubblico: le ragioni dell’astensione
La CGIL definisce la manovra “inadeguata” e individua una serie di priorità che, a suo giudizio, richiedono una revisione immediata:
– recupero del potere d’acquisto di salari e pensioni, eroso dall’inflazione e dall’assenza di adeguati interventi strutturali;
– difesa del contratto collettivo nazionale, con rinnovi dignitosi anche nei settori privati della conoscenza, contrastando contratti pirata e dumping contrattuale;
– no all’aumento della spesa militare e richiesta di investimenti in sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali;
– stop all’innalzamento dell’età pensionabile;
– riforma fiscale equa, con un maggiore contributo da parte dei redditi più alti;
– contrasto alla precarietà nei comparti della conoscenza, dove i numeri del lavoro atipico restano tra i più elevati della PA;
– maggiore dotazione per il salario accessorio, per riconoscere professionalità, responsabilità e competenze.
Un insieme di obiettivi che si intrecciano con le fragilità dell’intero sistema formativo, già alle prese con organici ridotti, retribuzioni ferme da anni e un crescente disallineamento tra richieste educative e risorse disponibili.
La posizione della FLC CGIL: “Il contratto non basta, serve cambiare la manovra”
Nel comparto Istruzione e Ricerca, la FLC CGIL richiama il recente rinnovo del CCNL 2022-2024, che l’organizzazione non ha firmato. Secondo il sindacato, l’accordo sottoscritto all’Aran “certifica la diminuzione dei salari reali” del personale della scuola, dell’università e degli enti pubblici di ricerca.
Per questa ragione, la FLC ha scelto di mantenere una linea di opposizione alle politiche del Governo Meloni, sia sul piano contrattuale sia su quello della manovra economica. Una scelta che sta venendo discussa in oltre 1.000 assemblee in istituti scolastici e sedi universitarie, dove lavoratrici e lavoratori sono chiamati a esprimersi.
Parallelamente, il sindacato ha presentato alle forze politiche parlamentari una serie di emendamenti alla legge di bilancio, con proposte su organici, investimenti, reclutamento, valorizzazione professionale e riduzione della precarietà.
Tra protesta e proposta: quale impatto per il mondo della scuola?
La mobilitazione del 12 dicembre si colloca in un passaggio delicato per il sistema educativo:
– il rinnovo contrattuale 2025-2027 è alle porte;
– il PNRR continua a scandire tempi e investimenti, ma non scioglie i nodi strutturali di organici, salari e stabilizzazione del personale;
– le riforme in corso (dalle classi del merito all’istruzione terziaria professionalizzante) richiedono risorse che il sindacato giudica insufficienti.
Per Tuttoscuola, il punto cruciale riguarda l’effettiva capacità del confronto tra Governo, sindacati e Parlamento di tradursi in misure che rafforzino la qualità dell’offerta formativa e la dignità del lavoro scolastico.
Lo sciopero, nelle intenzioni della CGIL, non è solo un “no” alla manovra, ma il tentativo di riportare al centro dell’agenda politica il valore pubblico dell’istruzione.
Le piazze del 12 dicembre
Le manifestazioni territoriali si svolgeranno nelle principali città, con cortei, presidi e iniziative pubbliche. La CGIL invita lavoratrici e lavoratori a partecipare e aderire alla mobilitazione, i cui materiali informativi sono disponibili sul sito del sindacato.
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