Scienziati molto in erba

Noi siamo ultimi, dopo la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti e il Canada. Sul podio più alto gli ungheresi, poi il Giappone e la Corea: è la classifica stilata dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sulla qualità dell’insegnamento delle scienze nell’ottavo anno di formazione scolastica (per noi la terza media).
Nella pubblicazione del 2001 – Education at a Glance. OECD Indicators (versione in inglese) e Regards sur l’èducation.
Les indicateurs de l’OCSE (versione in francese) – richiedibile presso la sede di Parigi (www.oecd.org), sono contenuti diversi indicatori molto interessanti (e non sempre confortanti) per il nostro Paese.
E tra gli indicatori di apprendimento delle scienze, rilevati nel 1999 il nostro Paese si trova, come nella precedente rilevazione del 1995, proprio all’ultimo posto.
La terra di Fermi, di Rubbia e di Levi Montalcini non può certamente gioire per questa graduatoria che vede la scuola italiana a bassi livelli di insegnamento-apprendimento scientifico. Scienziati in erba va bene, ma forse è il momento di non affidare soltanto al gioco del “piccolo chimico” il compito di formare i giovani alle nuove competenze della scienza moderna…