School bonus attivo, aziende possono donare alle scuole

School bonus attivo, le aziende potranno fare le loro donazioni alle scuole. Nei giorni scorsi l’Agenzia delle entrate con la risoluzione 155/E ha previsto il codice tributo (6873) con il quale sarà possibile per i soggetti titolari di reddito d’impresa effettuare un’erogazione in denaro destinata alle scuole.

Già nel settembre scorso, in coincidenza con l’inizio delle lezioni, il ministro Giannini ne annunciava l’attivazione, prevista dalla legge 107/15 a favore delle scuole, come sostegno dei privati tramite donazioni.

Nel comunicato la Giannini precisava, tra l’altro, che “A chi effettua una donazione ad un istituto di sua scelta (statale o paritario) spetta un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni effettuate nel 2016 e 2017 e del 50% per quelle disposte nel 2018. L’importo massimo ammesso all’agevolazione fiscale è pari a 100.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Il credito d’imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo. I contribuenti scelgono liberamente la scuola a cui fare la donazione. Quest’ultima riceverà il 90 % dell’erogazione, il restante 10 % confluirà in un fondo perequativo che sarà distribuito alle scuole che risultino destinatarie di erogazioni liberali in un ammontare inferiore alla media nazionale.”

Per saperne di più, il ministro invitava le scuole e i privati donatori a consultare un apposito sito (www.schoolbonus.gov), dove si illustravano natura e funzioni dello school bonus, accompagnate da uno speciale kit per le scuole che comprendeva anche le istruzioni per costruire un’aiuola con un grazie di fiori. 

Tutto questo come attivazione di quanto previsto dal comma 145 della legge a favore delle erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti.

Dagli annunci ai fatti dunque, e il web riapre le critiche al provvedimento che a suo tempo era stato oggetto anche di proposta referendaria bocciata dalla Cassazione per numero insufficiente di firme.

La sinistra radicale e alcuni esponenti laici ritengono che il provvedimento sia un beneficio riservato di fatto alle scuole private, un frutto avvelenato della Buona Scuola contro la scuola pubblica (quella statale, ovviamente).

Tra qualche mese, se l’Agenzia delle Entrate renderà sollecitamente pubblico l’eventuale monitoraggio dell’utilizzo del codice tributo 6873, si potrà sapere se, quanto e come la Buona Scuola sia riuscita ad attivare erogazioni liberali verso la scuola italiana.