
Scenari/2. In Italia prove di terza via
La situazione politica del Paese è in rapida evoluzione, e i nuovi equilibri che si stanno realizzando nei rapporti tra i partiti e in Parlamento – sia pure dovuti dalla straordinaria condizione di necessità e urgenza creata dalla crisi finanziaria nazionale e internazionale – segnano senza dubbio una forte discontinuità con l’assetto precedente, fondato su una distribuzione bipolare della rappresentanza politica e dei ruoli di governo e opposizione.
Si è infatti assistito alla convergenza nel sostegno al governo Monti dei principali partiti dell’ex maggioranza e dell’ex opposizione, il Pdl e il Pd, e al contemporaneo passaggio all’opposizione da una parte della Lega Nord, componente fondamentale del centro-destra di marca berlusconiana, e dall’altra della sinistra estrema (non rappresentata in Parlamento) ma anche, a meno di retromarce, dell’Idv, a loro volta componenti in passato essenziali delle coalizioni di centro-sinistra.Il taglio delle ali, per così dire, lascia spazio alla formazione di una specie di grande centro (nel quale convergono anche l’Udc, il Fli e l’Api), o forse meglio di una nuova alleanza tra le componenti moderate del centro-destra e quelle riformiste del centro-sinistra.
Se questa coalizione di fatto, impensabile anche poche settimane fa, sarà in grado di assicurare al governo Monti il sostegno politico e parlamentare di cui ha bisogno, e se non ci saranno contraccolpi insostenibili all’interno del Pdl e del Pd, assisteremo in Italia a un esperimento di ‘terza via’ per molti versi interessante. A una versione italiana della ‘grosse koalition’ che potrebbe mettere in cantiere quelle grandi riforme di struttura, in primo luogo quegli investimenti nel capitale umano, che le contraddizioni interne ai due schieramenti fronteggiatisi nella ‘seconda Repubblica’ hanno sempre finito per bloccare, rinviare, sottovalutare.
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