Scenari postelettorali/2. La tentazione della Lega

Il clamore che ha accompagnato, la scorsa settimana, il disegno di legge dell’on. Paola Goisis (Lega), contenente la proposta di regionalizzare i concorsi a cattedre, ammettendovi soltanto candidati residenti nella regione che emana il bando, ha dato l’impressione che il partito guidato da Umberto Bossi voglia rapidamente mettere all’incasso il netto successo registrato nel Nord Italia forzando la mano in un settore, come quello della scuola, considerato decisivo per dare sostanza alla riconversione in senso federalista del rapporto tra lo Stato e le Regioni.

Ci eravamo dunque sbagliati nell’ipotizzare, nei giorni scorsi su tuttoscuola.com, il definitivo passaggio di questa forza politica dalla fase iniziale di “movimento” a quella di “istituzione”, per dirla con Alberoni, simbolicamente rappresentata dall’elezione alla presidenza delle regioni Piemonte e Veneto di due suoi importanti esponenti?

Certo, l’affondo della Goisis, subito rilanciato in Lombardia da un componente leghista della giunta regionale (Boni), assomiglia assai più a una provocazione “neomovimentista” che a una manifestazione di sensibilità istituzionale. E’ vero che il disegno di legge è stato elaborato prima delle elezioni, e che non impegna la maggioranza, ma l’improvvisa accelerazione della Lega su questo tema (come l’iniziativa del ministro leghista Calderoli di presentare una sua bozza di riforma istituzionale addirittura al presidente Napolitano) evidenzia quanto meno una ricerca di visibilità e di maggior peso di questo partito nei rapporti con il Pdl, che è a sua volta alle prese con le distinzioni e le puntualizzazioni di Gianfranco Fini proprio in materia istituzionale.