Scelta delle superiori: istituti professionali in forte crescita, classico in ribasso
Complessivamente gli studenti iscritti agli istituti secondari superiori sono in aumento. La tendenza era emersa sin dalla prima applicazione della legge n. 9/99 che aveva innalzato l’obbligo scolastico a nove anni, ma con gli iscritti del corrente anno scolastico (2.421.303 studenti) è stata superata la quota del 97/98, quando complessivamente erano risultati iscritti quasi 2.400.000 studenti.
Va precisato che non si tratta solamente di studenti delle prime classi, perché molti, una volta entrati obbligatoriamente nella secondaria, continuano gli studi. L’incremento ha raggiunto quest’anno le classi terze ed è destinato ad incidere ulteriormente anche per il prossimo biennio.
Questo fenomeno atteso dell’incremento ha anche altri risvolti forse non pienamente previsti dagli addetti ai lavori: la popolazione in aumento non si distribuisce infatti uniformemente su tutti gli ordini di scuola, dai licei all’istruzione artistica, ma privilegia piuttosto un tipo di istituto, il professionale, forse ritenuto più facile o con maggiori sbocchi occupazionali. I risultati finali evidenziano tuttavia una realtà meno facile, visto che i professionali detengono il non invidiabile primato del tasso più alto di ripetenza, anche con riferimento proprio ai primi anni di corso che hanno beneficiato dell’incremento di iscritti (Le bocciature negli istituti statali di istruzione secondaria).
La tabella allegata riporta i dati in valore assoluto e percentuale (Studenti iscritti agli istituti di istruzione secondaria di II grado). Per abbozzare una classifica, gli istituti professionali incrementano gli iscritti sia in valore assoluto (63 mila iscritti in più nel 2001-02 rispetto a quelli del 1997-98, +13%) che come incidenza percentuale (+2,5%).
I licei classici sono in lieve flessione sia per dati assoluti (7 mila iscritti in meno, -3%) che come percentuale sul totale (-0,3%); ma, più di loro, a subire la maggiore contrazione sono gli istituti tecnici (44 mila studenti in meno pari ad un minor peso percentuale del 2,2%), che in ogni caso mantengono il primato nelle scelte degli studenti.
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