Sarkozy-Hollande: scontro sulla scuola

L’esito delle elezioni presidenziali francesi resterà probabilmente incerto fino al ballottaggio tra i due principali candidati all’Eliseo, il presidente uscente, il neogollista Nicolas Sarkozy, e lo sfidante leader socialista François Hollande.

I francesi potranno scegliere tra due candidati e due programmi politici ed economici abbastanza ben definiti nelle loro diversità perché, a differenza di quanto è accaduto in Italia, la Francia non ha avuto bisogno di rinunciare al sostanziale bipolarismo politico che la caratterizza per affrontare la crisi economico finanziaria che pure l’ha colpita con durezza: ha sufficienti risorse per potersi permettere due strategie alternative, come si vede bene confrontando le proposte avanzate dai due candidati nel settore della politica scolastica.

A un Sarkozy che ha tagliato decine di migliaia di posti nella scuola in coerenza con la linea rigorista della Bce e di Angela Merkel, che implica prioritariamente la riduzione della spesa pubblica, si contrappone la promessa di Hollande di ripristinarli tutti e di aggiungerne altri, fino a 60.000 nuovi posti.

Sarkozy ha proposto invece di aumentare l’orario di cattedra degli insegnanti fino a 26 ore settimanali aumentando gli stipendi del 25% ma l’idea di ridurre ulteriormente il numero degli insegnanti non piace, dicono i sondaggi, né agli elettori di destra né a quelli di sinistra, sostanzialmente concordi nella difesa della école républicaine.

Hollande, in alternativa al rigorismo dell’asse Sarkozy-Merkel, propone una strategia di rilancio della crescita che passa anche attraverso l’aumento della spesa pubblica, in primo luogo di quella per l’istruzione. Con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, sviluppare il lavoro di équipe nelle classi e promuovere l’aggiornamento sistematico dei docenti.