Russo (PD): “Graduatorie, non si possono ignorare le sentenze”

L’on. Tonino Russo del Partito Democratico ci ha scritto prendendo spunto dalla notizia pubblicata nei giorni scorsi “Nomine in ruolo: dal PD critiche all’Anief”.

La nostra notizia riportava le dichiarazioni dell’on. Stefano Esposito, compagno di partito di Russo, nelle quali egli specificava, riferendosi all’Anief, che “quando Russo parla di ‘10.000 assunzioni illegittime (riferito alle retrodatate) con gravissimo danno erariale’, schierandosi di fatto con quest’associazione di avvocati siciliani che si occupa di ricorsi a pagamento, lo fa a titolo personale”.

Pubblichiamo ampi stralci della missiva ricevuta dall’on. Russo. Si tratta evidentemente di una discussione interna al PD, che sul tema del reclutamento aveva espresso una posizione a fine luglio nell’ambito di un’interrogazione parlamentare presentata da Giovanni Bachelet, presidente del Forum politiche dell’istruzione del Pd, e da altri parlamentari del partito, di cui abbiamo dato notizia sul sito.

Da parte nostra ci sentiamo solo di aggiungere che queste polemiche non ci sarebbero se non fosse stata smarrita da più di un decennio la strada maestra del reclutamento del personale per concorso.

  

Egregio Direttore,

Apprendo con stupore ed un po’ di amarezza la posizione assunta da Stefano Esposito. Pensavo che gli incontri di qualche mese fa alla presenza della segreteria nazionale avessero chiarito il punto di vista definito democraticamente dal PD, a partire dal pregevole lavoro delle commissioni parlamentari di merito e tenuto coerentemente in sede istituzionale. Purtroppo, non è nel mio stile polemizzare pubblicamente con colleghi di partito anche quando, inusualmente, prendono le difese di partiti come la Lega nord. (…).

Mi preme solo cogliere l’occasione per precisare alcune inesattezze e dimenticanze che rischiano di essere impropriamente ed ingenerosamente attribuite al PD, rese più credibili, per quanto false, dalla fonte di provenienza. Vorrei ricordare che il ministro Fioroni aveva previsto un piano di immissioni in ruolo di 150.000 unità di personale docente, solo in parte realizzato. Poi, come noto, c’è stato l’avvento della Gelmini, dell’asse di governo Pdl-Lega e i tagli al personale ed alle risorse per la scuola. Tutto questo un normale cittadino non può dimenticarlo e meno che mai chi si occupa di politica. Quel piano trasformò le graduatorie da permanenti ad esaurimento, proprio in ragione delle assunzioni. Quindi, le graduatorie furono chiuse a nuovi ingressi ma non cristallizzate negli spostamenti interprovinciali come ha sancito la Corte Costituzionale ed il Consiglio di Stato dopo un lungo contenzioso. Il PD, anche dopo il richiamo del Quirinale in occasione del milleproroghe, come ricordato da Tuttoscuola, ha preteso il rispetto del giudicato del giudice delle leggi. Nulla di più né nulla di meno. In merito alle code, bisogna ricordare a chi non conosce bene la materia, che sono state inventate dal ministro Gelmini e sono state dichiarate nel febbraio scorso incostituzionali. È del tutto evidente che un’amministrazione centrale o periferica che sia, indifferente ai giudicati, lederebbe diritti, riconosciuti con sentenze di ultimo grado, non conculcabili da nessuno. Nemmeno dall’arroganza e dalla prepotenza di chi pensa di essere il padrone del paese o almeno di un pezzo. (…).

 

On. Tonino Russo