RSU/2. … con quali conseguenze?

La presentazione delle liste per il rinnovo delle Rsu di istituto da parte della Flc-Cgil – nonostante il nuovo decreto Brunetta preveda il blocco dei rinnovi, compresa la procedura elettorale – cosa rappresenta?

È una sfida a Brunetta per il suo disegno di riforma della Pubblica Amministrazione e della nuova contrattazione nei comparti pubblici? È una sfida agli altri sindacati del comparto scuola per legittimare una posizione di leadership secondo una linea rivendicativa più radicale?

Nell’uno e nell’altro caso la decisione unilaterale di procedere alla presentazione delle liste per il rinnovo delle RSU, oltre a determinare inevitabili conseguenze di rottura delle relazioni sindacali, potrebbe assumere il sapore di una specie di sfida per rivendicare l’autoregolamentazione del sindacato senza subordinazione a disposizioni legislative, come è stato nel nostro Paese fino all’inizio degli anni ‘90.

Comunque vadano le cose e qualsiasi sia l’intenzione vera del sindacato diretto da Mimmo Pantaleo, nei prossimi mesi la questione Rsu potrebbe essere fonte di divisione e di contrasti all’interno del mondo della scuola.

In tal caso la posizione più delicata sarebbe quella dei dirigenti scolastici, che potrebbero essere posti di fronte alla necessità di far fronte ad adempimenti di formalizzazione di procedure in contrasto con il decreto legislativo in corso di pubblicazione, come, ad esempio, la costituzione delle commissioni elettorali oppure l’autorizzazione di assemblee elettorali o di concessione di spazi e strumenti per favorire una consultazione non prevista.

Potrebbero dover rifiutare le relazioni sindacali con un organismo (la RSU comunque eletta) che, oltre a non essere di rappresentanza unitaria, non sarebbe a quel punto previsto dalla legge.