Rivedere i piani di dimensionamento: la tentazione delle Regioni

Miur e Regioni si stanno interrogando sul da farsi, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato l’illegittimità della norma (comma 4, art. 19, legge 111/201) di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo. L’illegittimità, come è noto, non sta nel merito della norma (i mille alunni e la riorganizzazione in istituti comprensivi) ma nel metodo per arrivarci; metodo che lo Stato non ha rispettato, ignorando il ruolo concorrente delle Regioni.

Ogni Regione, quindi, diventa ora arbitro dell’applicazione della sentenza sul proprio territorio con la tentazione di rivedere il piano regionale già varato. Una tentazione che certamente è maggiore al Sud e nelle Isole, dove per anni si è aggiornato meno del dovuto con la conseguenza di dover tagliare molto tutto in un colpo.

Il Miur ha reso noto ufficialmente il quadro delle soppressioni di istituzioni scolastiche e, tra quelle confermate, ha individuato anche il numero di quelle sottodimensionate.  

Delle 10.213 istituzioni scolastiche funzionanti quest’anno, ne dovrebbero essere soppresse dal prossimo anno 1.078 (il 10,6%) e ne dovrebbero, quindi, rimanere 9.135.

Sud e Isole, pur applicando non integralmente la nuova disposizione, hanno soppresso 676 istituzioni, cioè il 63% del totale. Proprio da quei territori potrebbe venire la tentazione di rivedere più o meno radicalmente i recentissimi piani territoriali di rete: Puglia ha chiuso 184 istituzioni, Campania e Sicilia 145 ciascuna, il Lazio 136. Anche la Calabria non è stata a guardare: 99 istituzioni scolastiche soppresse, pari a quasi il 20% di quelle attualmente esistenti.

La tentazione è però frenata dall’altra norma (il comma 5), confermata dalla Consulta, che toglie il dirigente scolastico e dimezza l’utilizzo dei DSGA nelle istituzioni scolastiche sottodimensionate (sotto i 600 alunni, 400 nei Comuni montani e nelle piccole Isole).

Su un totale nazionale di 1.118 istituzioni sottodimensionate il meridione ne ha complessivamente ben 716, il 64%, e solo un terzo in territori montani o piccole isole. La Campania ne ha ben 252 di queste istituzioni sottodimensionate; la Sicilia 171.

Già questa è una situazione molto critica per le scuole. Conviene alle Regioni tornare ai vecchi piani e aumentare vertiginosamente il numero delle istituzioni scolastiche sottodimensionate, mandando in tilt il sistema?