Ritorno a scuola: in attesa delle linee guida i presidi iniziano a organizzarsi. Ma servono investimenti e regole

Per il ritorno sui banchi di scuola di quasi 8 milioni di studenti il prossimo settembre chiedono di avere regole certe e investimenti. Sono i presidi di alcune scuole italiane intervistati da IlSole24Ore e che, in attesa dell’arrivo delle linee guida elaborate dalla task force del Ministero hanno iniziato ad organizzare spazi e didattica in vista del nuovo anno scolastico che, a oggi, non ha ancora nulla di certo. Questo senza contare che le scuole dell’Infanzia rappresentano ancora un grande punto interrogativo.

Didattica a distanza e pareti abbattute nella scuola della DS Amanda Ferrario

È Amanda Ferraio la prima ad intervenire sulle pagine del quotidiano, che oltre ad essere la dirigente scolastica dell’Istituto tecnico economico Tosi di Busto Arsizio , fa anche parte della task force di esperti voluta dal Ministero dell’Istruzione. “A settembre – dice Ferrario – stiamo pensando di riaprire scaglionando entrate e uscite con il maggior tempo scuola possibile per gli studenti. Lavoreranno per classi intere con circa metà del tempo scuola in classe e l’altro a casa in didattica a distanza”.
Per quanto riguarda la riorganizzazione degli spazi “Abbiamo chiesto all’ente proprietario dei locali di intervenire per l’abbattimento di qualche parete tra un’aula e l’altra – dichiara ancora Ferrario – per ampliare gli spazi e tenere le classi integre. Per il momento dovremmo farcela così senza dover ricorrere a spazi esterni o chiedere al comune di poter utilizzare nuove strutture”.

Apprendimento misto nell’Istituto della DS Alessandra Rucci: “La didattica non sarà più come prima”

Alessandra Rucci, dirigente dell’Iss Savoia Benincasa di Ancona, guida una scuola all’avanguardia nell’uso delle tecnologie. “Stiamo pensando a un modello di scuola blended, in presenza e a distanza, suddividendo a monte le attività che si possono fare nell’una o nell’altra modalità. Dobbiamo però rispettare i principi dell’e-learning, uscire dal carattere di provvisorietà dell’emergenza per affrontare la parte digitale dell’apprendimento con formazione obbligatoria per i docenti. Parallelamente stiamo cercando di sfruttare tutti gli spazi possibili per piccoli gruppi. La lezione in presenza non sarà più quella classica, frontale: con il distanziamento non si potrà più fare così. L’attività a scuola sarà di produzione, riflessione e ricerca. Per le scuole superiori vedo bene un paradigma di apprendimento misto. Anche per recuperare chi è rimasto indietro, perché permette percorsi paralleli di e-learning fortemente personalizzati. Oltre a quelli di recupero della motivazione”.

Stefania Strignano, DS dell’IC Ungaretti di Melzo: ‘Servono investimenti e le linee guida’

Stefania Strignano parla di investimenti: “È il momento di investire, ma ancora non sono stati annunciati nuovi ingressi in organico, anzi siamo alle prese con il taglio delle classi al momento. Da parte nostra, non avremo ferie. Il lavoro di riprogrammazione da fare è immenso. Serve un investimento dedicato da parte dell’amministrazione – continua Strignano -, che senza linee guida non possiamo far partire. E magari un corpo docente e Ata non così rigido come ci è stato assegnato. Senza contare che in questa situazione mi sarei aspettata almeno una riconferma dei supplenti, invece ci arriveranno docenti che devono essere formati in classi che non conoscono. Il problema di organici e spazi si fa più pressante con la scuola dell’infanzia: le linee guida devono arrivare il prima possibile”.

Didattica laboratoriale nella scuola del DS Francesco Muraro

“Insegnanti fermi alla cattedra? Da quello che è trapelato sembra che tra i suggerimenti ci sia quello di far rimanere gli insegnanti fermi alla cattedra. Una prospettiva agghiacciante per le scuole del primo ciclo” . Così parla a IlSole24Ore Francesco Muraro, dirigente dell’Ics di via Giacosa a Milano, un istituto che comprende una scuola primaria e una secondaria all’interno dello storico parco Trotter cittadino. “Si tratta di un’idea di scuola anacronistica – continua il DS -. Uno scenario in cui la ragione sanitaria prevarica quella didattica in modo complicato. Sarei preoccupato a dover gestire una scuola così”. Nei piani del preside c’è una didattica di tipo laboratoriale “che non può funzionare con i ragazzi fermi ai banchi. Abbiamo gli spazi: gli orti, la fattoria, la Stanza delle scoperte, nuovi campi sportivi presto pronti… Usiamoli». Per quelli all’aperto si sta valutando l’acquisto di attrezzatura per lezioni sotto gli alberi del parco. “In questo momento abbiamo bisogno delle linee guida per sapere quanti alunni potranno stare insieme in classe: 12? 8? Da lì partiremo, con tutta la flessibilità organizzativa del caso. Nel frattempo stiamo sgombrando quanto più spazio possibile, buttando arredi e materiali obsoleti accumulati negli anni, e prendendo le misure. E abbiamo già programmato la sanificazione delle aule prima della ripresa”.

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