
Ritorno a scuola, Azzolina: ‘Linee guida in arrivo’. Tre ipotesi per il rientro in classe

“Stiamo lavorando con gli Enti Locali e siamo in dirittura d’arrivo“. È quanto annunciato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in merito alle linee guida per il rientro a scuola a settembre. Le ipotesi, secondo quanto riporta IlSole24Ore, sarebbero tre: una che presuppone un contagio ormai prossimo allo zero, uno scenario intermedio e uno con un ritorno della pandemia. Ecco quindi come si potrebbe tornare a scuola a settembre in base a questi tre scenari diversi nel testo con le linee guida che hanno lo scopo di offrire una sintesi tra le prescrizioni del Comitato tecnico-scientifico (Cts) del ministero della Salute, le proposte della task-force guidata dall’ex assessore emiliano Patrizio Bianchi, le richieste degli enti locali, i timori dei presidi e i consigli di studenti e genitori.
Ipotesi 1: ritorno a scuola con contagi prossimi allo zero
Questo scenario considera sufficiente il rispetto delle norme su assembramento e igiene per poter ripartire senza particolari problemi. Anche senza mascherina in classe ma solo negli spazi comuni oppure quando il distanziamento è impossibile, come sta pensando di fare la Spagna.
Ipotesi 2: ritorno a scuola con contagi simili a quelli di fine maggio 2020
Questo sarebbe lo scenario intermedio, ossia quello che richiede il rispetto del metro di distanza tra un alunno e l’altro e l’obbligo di indossare dispositivi di protezione per docenti e studenti dai 6 anni in su. In questo caso saranno le scuole, nella loro autonomia, a scegliere tra: spazi aggiuntivi (ed esterni) per la didattica, ingressi scaglionati a inizio mattinata, moduli orari inferiori ai 60 minuti (da 45-50) per consentire la segmentazione delle classi, almeno pro tempore, in gruppi più piccoli, orario ridotto per il primo periodo dell’anno da aumentare via via in base alla riorganizzazione degli spazi (a cominciare dal passaggio al banco singolo).
Ipotesi 3: ritorno a scuola con nuova ondata di pandemia
Questo terzo scenario, quello peggiore, ipotizza un ritorno della pandemia sugli stessi livelli di marzo e, dunque, la necessità di un nuovo lockdown. In quel caso, si ripartirebbe con la didattica a distanza in una versione riveduta e corretta (con istruzioni più chiare e vincoli più stringenti).
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