Ritorno a scuola, Aprea (FI): ‘Non possiamo perdere altro tempo, investiamo nel futuro’. L’intervento alla Camera

“Sono molte le questioni in sospeso che destano preoccupazioni a noi di Forza Italia. Intendo, innanzitutto, richiamare il tema delle risorse”, così ha esordito l’onorevole Valentina Aprea, di Forza Italia, in occasione dell’informativa urgente alla Camera della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulle misure di avvio dell’anno scolastico.

“Nei decreti emergenziali, anche grazie alle sollecitazioni pervenute dal Parlamento, sono state previste parte delle risorse per la scuola del post-covid 19. E lei evidenzia spesso come in questa stagione si facciano investimenti e non tagli, riferendosi polemicamente alla Legislatura dal 2008 al 2011. Ma lei dimentica che la crisi finanziaria del 2008 determinò un collasso nell’economia del nostro Paese analogo a quello attuale e che, allora, vigevano strette regole europee di bilancio e sul rapporto debito Pil. Oggi, dopo la pandemia, l’Europa per la prima volta nella sua breve storia, ha deciso di superare queste rigide regole che lei mostra di aver dimenticato e di prevedere perfino ulteriori prestiti a far carico sul bilancio europeo per i Paesi più colpiti, come noi. Questo significa che con il Piano Next Generation EU l’Italia potrà senz’altro disporre di maggiori fondi europei. Il che è bene. Ma non dimentichi che sono a  debito! Quindi Ministra Azzolina, gli investimenti che mette a disposizione delle scuole costituiscono un debito per il nostro Paese, che Lei lascerà proprio agli studenti oggi seduti tra i banchi, visto che la restituzione dei fondi che sta ora elargendo senza alcun progetto di lungo periodo alle scuole avverrà dal 2026 al 2036″, ha aggiunto Aprea.

“E allora Forza Italia Le chiede di non fare paragoni impropri con un tempo, il 2009, che fu non meno difficile, e di ricordarsi sempre che ogni Euro da lei speso oggi è un debito che si ingrossa oggi e domani per tutti. Ma soprattutto Ministra, quando si parla di maggiori investimenti è necessaria una vision strategica per trasformare l’emergenza in opportunità ed attuare un cambio di passo nel paradigma organizzativo e formativo tradizionale ereditato dal Novecento. Questo è il momento delle scelte coraggiose! Al contrario, tempo prezioso è scivolato via tra le sue mani senza che i dirigenti, i docenti, gli studenti e le famiglie abbiano ancora chiaro non solo cosa succederà a settembre, ma che ne sarà del modo di fare scuola del futuro. Quel che è più grave è che non sembra saperlo nemmeno lei, Ministra. Stiamo vivendo all’ombra di un grande punto interrogativo. Dietro il quale, temiamo, si nasconde solo ed esclusivamente il caos. E veniamo ai tanti nodi ancora da sciogliere, rispetto ai quali Lei ha adottato finora solo la tecnica o del rinvio o dello struzzo. Partiamo dagli spazi da individuare in mancanza di disponibilità di aule. Lei ha suggerito alle Conferenze di Servizi Territoriali di utilizzare anche spazi alternativi come musei, cinema, teatri e biblioteche. Tranne qualche caso davvero eccezionale, come il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, in realtà quasi tutte le scuole secondarie superiori hanno già deciso di fare ricorso alla DAD a giorni alterni”.

“Immagino, anzi sono certa, – ha detto ancora l’onorevole di Forza Italia – che questo Le sia stato comunicato nelle visite regionali che sta effettuando e, anche se Lei si guarda bene dall’accennare a questa soluzione scelta dalle scuole superiori, le famiglie saranno presto informate che a rotazione i loro figli resteranno a studiare a casa, facendo ricorso alla DAD. E cosa più grave, il Ministero non ha ancora definito le linee guida per la didattica integrata e continua ad ignorare che la modifica degli orari di lezione, di modalità di apprendimento e di utilizzo dei docenti con gruppi di alunni e non più esclusivamente sulle vecchie  classi, richiede deroghe alla quota di autonomia degli istituti scolastici che dovrebbe passare dal 20% ad almeno il 40%, e ad una validità del tempo scuola (i 200 giorni richiamati dalla sua recente ordinanza) non solo in presenza, ma anche appunto a distanza. Lei Ministra, non ha poi voluto dare indicazioni di effettuare una ricognizione degli spazi educativi, anche nelle tante scuole paritarie del nostro Paese, che sulla base di convenzioni e di accordi, avrebbero potuto offrire soluzioni adeguate agli alunni in esubero rispetto ai vincoli post Covid-19. Ci ha pensato la Diocesi di Milano che ha pubblicato sul proprio sito internet le linee guida per mettere a disposizione delle scuole gli oratori parrocchiali, per realizzare una scuola diffusa. Un’altra occasione mancata da parte sua, Ministra Azzolina, peraltro per motivi ideologico da tardo ottocento, di rendere in maniera plastica più integrato il sistema scolastico italiano”.

“Ha perso tempo prezioso Ministra, anche e soprattutto nella mancata formazione dei docenti ad una scuola che, in presenza della rivoluzione digitale, non potrà più essere quella che anche lei ha purtroppo conosciuto viste le mancate riforme quasi rivendicate dagli inesausti nostalgici della scuola della prima metà del novecento. Ma ha perso soprattutto l’occasione di trasformare l’avversità del Covid 19 nell’opportunità di recuperare il tempo riformatore perduto introducendo un fattore determinante per accompagnare i docenti e le famiglie ad apprezzare un paradigma di scuola degna degli anni duemila:  mi riferisco alla selezione rigorosa e all’insediamento di insegnanti tutor indispensabili per governare i piani di studio personalizzati di uno stesso gruppo di studenti per l’intera durata dell’anno e possibilmente anche del ciclo, al fine di integrare in maniera ordinata, e non occasionale, gli apprendimenti di ciascuno  in presenza, in e-learning, nei luoghi del non formale e nell’informale, così come aveva peraltro previsto in modo  chiaro il Piano Scuola 2020-21. Anche alla luce di queste prospettive di rinnovamento della scuola, ancora più inquietanti risultano Ministra le scelte da Lei compiute in questi mesi nella gestione dei docenti. Con buona pace della continuità educativa che si sarebbe dovuta garantire a studenti e famiglie a settembre, ad oggi, risultano oltre 250.000 posti vacanti che andranno a supplenza, e proprio perché il problema è, come ha recentemente dichiarato “atavico”, lei aveva il dovere di bloccare a febbraio tutte le operazioni di mobilità e di assegnazione provvisoria per questo anno e non di prendere provvedimenti che hanno invece aggravato sul piano qualitativo oltre che quantitativo  tutte le operazioni di avvio dell’anno scolastico”.

“Insomma, anche se le scuole riapriranno il 14 settembre – ha detto ancora Aprea -, in molte di esse, troppe, o ci saranno docenti sconosciuti agli studenti e alle famiglie o mancheranno i docenti, e ciò soprattutto al nord. Anche perché, a sorpresa, ha deciso di riformare, proprio in questo anno di emergenze, le graduatorie provinciali per il personale docente, digitalizzandole, ma cambiandone i criteri con ulteriori oneri per gli uffici scolastici regionali e segreterie scolastiche. Per non parlare poi della soluzione davvero incomprensibile di effettuare una graduatoria provinciale per le supplenze nelle scuole dell’infanzia e primarie con  studenti del terzo, quarto e quinto anno di Scienze della Formazione, per far fronte al fabbisogno di queste scuole soprattutto al nord. Lei dichiara avventurosamente di aver in questo modo effettuato un ricambio generazionale, Ministra riconsideri con realismo e senza demagogia questa Sua valutazione. Lei sta creando purtroppo solo nuovi precari che giustamente, tra tre anni, presenteranno il conto al Ministero per l’ingresso in ruolo mentre avrebbe potuto agevolmente raggiungere insieme tre rilevanti obiettivi di riforma: da un lato, migliorare la formazione magistrale di  questi studenti introducendo l’obbligo di concludere i loro ultimi due anni di Scienze della formazione primaria con contratti di apprendistato formativo di terzo livello che richiedono  accordi tra le scuole e le Università, con tanto di tutor scolastico e tutor universitario, per accompagnare in modo personalizzato e situato nei contesti scolastici gli studenti in formazione; dall’altro lato, avviare una radicale prospettiva di riforma della formazione dei docenti necessaria anche per tutti gli altri gradi di scuola, oltre che per raccomandazioni europee; da ultimo, consentire questa opportunità non solo soprattutto agli studenti inseriti nelle Gps del nord ma a tutti gli aspiranti maestri  italiani. Lei invece ha scelto a nostro avviso in modo miope e iniquo di risolvere un problema con la comodità amministrativa senza mostrare alcuna attenzione alla qualità formativa. Infatti, costringe questi studenti supplenti, i loro allievi e le famiglie non ad essere tutelati dalle garanzie di qualità tipiche di ogni contratto di apprendistato di III livello, ma ad essere lavoratori tout court che in parallelo, magari perciò ritardando il percorso universitario, sono anche studenti. Come se studio e lavoro fossero due cose separate, senza possibilità di armonica integrazione. Cosicché questi studenti, in quanto anche lavoratori faranno ricorso, tutti, alle 150 ore del diritto allo studio e ai giorni di permesso per gli esami, creando ulteriori problemi di sostituzione e soprattutto di rottura della continuità educativa almeno annuale per i bambini e le famiglie che il suo provvedimento amministrativo aveva invece l’ambizione di evitare A maggior ragione se molti, volendo laurearsi in tempo utile, chiederanno anche aspettative senza assegni per la frequenza dei laboratori di Sfp (Scienze della formazione primaria) peraltro obbligatori per legge”.

“In più si è assunta la responsabilità  di prevedere un inspiegabile avvio, subito dopo la già complessa partenza dell’anno scolastico, delle diverse procedure concorsuali, il cui onere organizzativo si riverserà ancora una volta sulle istituzioni scolastiche, sui dirigenti e su docenti già stressati dalle sfide poste dai vincoli sanitari e dalle loro ricadute educative, didattiche e organizzative. C’è poi la questione gravissima dell’organico dei collaboratori scolastici, ovvero dei bidelli. Tutte le scuole d’Italia hanno chiesto un aumento dell’organico di queste figure proprio in relazione ai vincoli del post-Covid, ma il Ministero non ha ancora indicato ai Direttori Regionali il range entro cui potranno autorizzare gli aumenti di organici nelle scuole. Quando pensa di farlo, Ministra? Così pure, quando saranno autorizzate le 50 mila assunzioni a tempo determinato  recentemente annunciate in pompa magna? Lei sa, vero, che tra annuncio ed esecuzione c’è la traversata del mar Rosso? A tutto questo poi si aggiungono le criticità per i servizi di trasporto e mensa. A questo proposito Ministra, avrà certamente saputo che il lunch box suggerito dal CTS ha costi raddoppiati rispetto al servizio mensa e che, in molti casi, si arriverà ad una riduzione dell’orario scolastico e ad aumenti di costi per le famiglie”.

“E’ a conoscenza di questi problemi, perché non ne parla? O crede che il cerino acceso debba rimanere nelle mani dei Sindaci e dei Dirigenti scolastici? Anziché considerare l’autonomia delle scuole una risorsa, lei la utilizza solo come espediente per scaricare le responsabilità sui Dirigenti, perfino nella classificazione UNI EN dei banchi scolastici 2.0, per i quali l’idoneità funzionale dovrà essere attestata dai Dirigenti scolastici che li hanno finora utilizzati. E veniamo appunto alla questione dei nuovi banchi in capo al Commissario Arcuri. Ministra, lei ha una strana concezione dell’innovazione della scuola se pensa che una sedia o un banco basti per cambiare la didattica. La sedia di cui lei parla è stata usata all’interno di una riorganizzazione degli spazi funzionale ad una trasformazione complessiva della scuola circa 10 anni fa nella “future classroom di European schoolnet”. Non è proprio una novità come lei ci vuol far credere. Presentarla ora come un elemento in grado di innovare la scuola è davvero incredibile e dimostra quanto lei non abbia idea di cosa serve alla scuola per innovarsi”.

“Un Paese serio avrebbe dovuto costruire un progetto industriale piuttosto che improvvisare una gara all’ultimo momento alla quale le aziende italiane hanno già detto che non potranno partecipare per i tempi previsti dalla gara. Eppure lei il tempo l’ha avuto e avrebbe dovuto usare questa pandemia per spingere verso l’innovazione di un modello scolastico ormai datato e non buttare miliardi in soluzioni improvvisate che non guardano certo al futuro: tavolini quadrati che renderanno ancora più tristi le nostre scuole primarie. Di fronte a tutti i problemi della scuola lei parla esclusivamente della portata innovativa delle sedie con le ruote. Si rilegga Maria Montessori che cento anni fa si indignò furiosa dinanzi a questo imbroglio. Infatti, non è solo con un tablet in più o con un banco nuovo che cambieremo la qualità della scuola italiana. Forza Italia è convinta per questo che a settembre la scuola non cambierà rispetto al pre-Covid e ripartirà con molti problemi ai quali come sempre faranno fronte con responsabilità e grande disponibilità i dirigenti, i docenti ed il personale ATA che ringraziamo fin d’ora – conclude Aprea -. Ma è ancora troppo poco per la nostra scuola! E’ l’ultima chiamata, Ministra non perda altro tempo, basta burocrazia e autoreferenzialità, investiamo in futuro o se ne pentirà”.