‘Ritiro sociale’ degli adolescenti: le linee guida dell’Emilia Romagna

L’Emilia Romagna ha scritto delle linee guida per aiutare gli adolescenti che vanno in ritiro sociale. Chi è l’adolescente “ritirato”? “E’ un/a ragazzo/a che teme fortemente lo sguardo altrui, che per proteggersi da giudizi negativi tende all’isolamento dal contesto sociale e assume comportamenti poco partecipi della vita sociale e scolastica. Nei preadolescenti tali comportamenti nascono dallo scarto tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. Mentre dal punto di vista epidemiologico, non c’è una codificazione condivisa del fenomeno”.

Cosa fare dunque? Eliminare Internet e telefonini? Le linee guida parlano chiaro: no. Questi strumenti vengono usati come mezzi lenitivi per la sofferenza ed attraverso di loro qualche relazione sociale, seppur virtuale, si crea. Eliminarli significa aggravare l’isolamento.

Cosa fare dunque? Le linee guida parlano di tre step: prevenzione, rilevazione precoce e attivazione tempestiva di interventi. 

La prevenzione. Come si attua? Le linee guida indicano la strada della promozione del benessere a scuola: bisogna creare un ambiente accogliente e positivo per sviluppare le abilità sociali, con spazi di ascolto. Serve pertanto formare in modo specifico docenti, genitori, personale educativo, sociale e sanitario, anche con laboratori esperienziali volontari.

Le linee guida indicano anche quali siano gli  indicatori per docenti e familiari: a scuola, i primi segnali di chiusura e ritiro relazionale, le prime assenze; a casa, i comportamenti di evitamento e l’ansia; a livello medico, sintomi senza causa organica che motivano le assenze. Il documento individua un primo livello di intervento: monitoraggio periodico da parte del consiglio di classe in presenza di assenze “strane” e comportamenti di evitamento sociale; richiesta di contatto con la famiglia da parte del coordinatore di classe per decidere insieme se e come coinvolgere i servizi educativi territoriali per progetti individuali o per piccoli gruppi, finalizzati al reinserimento sociale e scolastico. Le linee guida specificano che “dalla rilevazione delle assenze e dei segnali ad esso collegati all’attivazione del colloquio con i genitori è opportuno che si intervenga tempestivamente entro alcune settimane e che l’attivazione della rete interna alla scuola e l’avvio dei primi interventi avvenga entro tre o quattro settimane: la tempestività è uno degli elementi chiave di un intervento efficace che eviti la cronicizzazione”.

Scatta cosi il secondo livello di intervento che coinvolge appunto attori esterni alla scuola a sostegno del nucleo familiare per interventi educativi domiciliari e spazi laboratoriali educativi con attività extrascolastiche. A sostegno di tutto questo impianto, la Regione Emilia Romagna dal 2020 ha istituito un Fondo finalizzato alla prevenzione e al contrasto del disagio adolescenziale e del ritiro sociale dotandolo di diversi milioni di euro – nel biennio 2020-21 sono stati investiti 3 milioni e 200mila euro ed ognuno dei 38 distretti regionali ha un proprio programma ad hoc – per progetti di sostegno socioeducativo, attività scolastiche e formative, anche con l’ausilio di educatori per interventi domiciliari, e specifici contributi per l’acquisto di dispositivi digitali o connessioni.

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