Ritardi delle indagini epidemiologiche e della conferma di casi positivi: problemi di comunicazione tra scuole e ASL. Presidi scrivono a Speranza e ad Azzolina

I contagi salgono di giorno in giorno e le scuole vedono salire con questi le difficoltà legate alla gestione delle misure necessarie a garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche. Ad essere particolarmente difficile sarebbe l’interlocuzione tra scuole e ASL. A segnalare il problema in una lettera ai ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è l’ANP, l’Associazione Nazionale Presidi. “Tali criticità – spiegano i presidi –  discendono dalle evidenti difformità delle prassi attuate dalle stesse ASL nel trattamento dei casi sospetti e sintomatici rispetto a quanto previsto dal Rapporto I.S.S. n. 58”.

Problemi di comunicazione tra scuole e ASL, dunque, che in non pochi casi hanno provocato ritardi dell’indagine epidemiologica. “Molte volte, infatti – scrive l’ANP – , le ASL non hanno comunicato alle scuole i nominativi dei lavoratori e degli studenti interessati dai provvedimenti di quarantena; in alcuni casi i dirigenti scolastici, acquisite decisioni di natura sanitaria esclusivamente in forma verbale, sono stati costretti a comunicare i relativi provvedimenti alle persone coinvolte facendosi carico, di conseguenza, di atti che non sono – e non possono essere – di loro competenza; in altri ancora, registrandosi grandi ritardi nella realizzazione dell’indagine epidemiologica e nella conseguente comunicazione degli esiti, la conferma ufficiale della presenza di casi positivi è giunta alle scuole, con pretesa di valore retroattivo, solo successivamente al momento della comunicazione ai dipendenti e alle famiglie incrementando il rischio di contagio e creando grave disorientamento; è accaduto anche, paradossalmente, che alcune ASL abbiano richiesto alle scuole di effettuare la valutazione dello stato di “contatto stretto”, operazione di esclusiva competenza del dipartimento di prevenzione”.

Per questo i dirigenti scolastici chiedono ai Ministri di intervenire rapidamente nel tentativo di “sbrogliare la matassa”: “Stiamo assistendo, pertanto, a un ‘corto circuito’ procedurale che riguarda l’intera area del Paese e che dimostra che gli automatismi disegnati dal protocollo nella gestione dei casi di contagio non si sono mai innescati. Va anche detto che ciò si sta verificando non certo per responsabilità delle scuole che si attengono, con scrupolo, alle disposizioni che le riguardano. Pur in considerazione del fatto che si tratta di materia concorrente sulla quale si innestano le competenze di Stato e Regioni, è altrettanto vero che – conclude l’ANP-, tenuto conto del preoccupante aumento dei contagi, sarebbe opportuno che in procedimenti in cui intervengono più attori riconducibili ad amministrazioni diverse si registrasse piena convergenza sulle modalità di comunicazione e di azione. Sarebbe parimenti opportuno che, così come è avvenuto nelle scuole per garantire l’applicazione delle misure di contenimento del contagio, si potenziassero con organico aggiuntivo i presidi presso le ASL preposti alla gestione dei casi e dei focolai riguardanti il contesto scolastico”.