Rischio valanga sulla scuola per sentenze verso i precari

La sentenza del Tribunale di Genova a favore della carriera dei precari, arrivata nel momento in cui si riparla di tagli di organico per il prossimo anno e della conseguente prevedibile riduzione delle supplenze annue, riporta al centro del dibattito politico sulla scuola l’annoso problema del precariato e della stabilizzazione del personale scolastico.

Alcuni organi di stampa arrivano ad ipotizzare un diluvio di ricorsi da parte di decine di migliaia di precari (docenti e Ata), che potrebbero facilmente utilizzare come grimaldello la direttiva UE favorevole alla parità di trattamento tra docenti di ruolo e non. I sindacati, a quanto sembra, stanno preparando ricorsi per utilizzare il varco giudiziario aperto dalle varie sentenze del giudice del lavoro, di cui quella di Genova è soltanto, per il momento, l’ultima.

Il nostro sistema scolastico, però, non potrà rimanere esposto per molto tempo al rischio-sentenze. Occorre trovare soluzioni politiche, ancor prima che tecniche, per governare una situazione che potrebbe andare fuori controllo a causa anche dell’altra questione – per il momento irrisolta ­- della applicazione corretta della sentenza costituzionale per gli inserimenti a pettine.

Il Miur non ha ancora trovato una soluzione a quest’ultimo problema, nonostante i numerosi consulti riservati con le singole organizzazioni sindacali. Da quanto trapela dagli ambienti ministeriali, è stato chiesto il parere dell’Avvocatura dello Stato “in ordine ai comportamenti (amministrativi o legislativi) da assumere ai fini della corretta esecuzione della sentenza…” capaci di prevenire   un nuovo pesante contenzioso che finirebbe per immobilizzare il funzionamento della amministrazione e della scuola.

Si parla di un possibile decreto-legge per blindare gli incarichi già assegnati e introdurre una volta per tutte le graduatorie “a pettine”, cioè quelle che consentono di mantenere il punteggio maturato anche per l’eventuale iscrizione in altre graduatorie provinciali.

Ricostruzioni di carriera dei precari, graduatorie a pettine, riduzione delle supplenze annue: una mina vagante che potrebbe avere dal prossimo anno un impatto pesante sul sistema. La soluzione, tutta politica, non può essere quella di interventi tampone o dei pannicelli caldi: urge un reclutamento immediato con il riavvio delle procedure concorsuali ordinarie. Nell’attesa della definizione a regime delle nuove forme di selezione e di reclutamento appare non più procrastinabile il bando di concorso per le graduatorie provinciali caratterizzate da una situazione di esaurimento degli aspiranti che riguarda circa il 31% del totale nazionale.