Rinnovo contratto PA – Aumento in stipendio: quegli 85 euro che alla fine saranno 60

Aumento delle risorse complessive: nelle previsioni iniziali del bilancio statale si parlava di 200 milioni di euro per il rinnovo contrattuale di oltre 3,5 milioni di dipendenti pubblici. Ora, secondo l’accordo quadro, le risorse saranno di 5 miliardi, distribuiti nel corso di vigenza triennale del contratto: una differenza non da poco, salutata con soddisfazione da parte dei sindacati confederali che hanno condotto la trattativa con il Governo.

Tre rate per gli 85 euro – Ciò significa che quegli 85 euro medi mensili saranno rateizzati in corrispondenza dei finanziamenti assicurati nel triennio 16-18 dalle leggi di stabilità: una prima quota per il 2016, una seconda probabilmente l’anno prossimo e la restante quota a regime nel 2018, a conclusione del triennio di vigenza contrattuale.  Probabilmente, dunque, tre rate per corrispondere alla fine 85 euro medi al mese.

85 euro: pochi o tanti? –  Dopo sette anni di attesa del rinnovo contrattuale forse ci si aspettava qualcosina di più, ma in questi tempi di crisi per tutti quella cifra per il bilancio dello Stato rappresenta indubbiamente un impegno notevole, da valutare con senso di responsabilità. 85 euro è anche l’aumento che il settore privato ha garantito ai propri lavoratori, come è successo nel recente accordo per il contratto dei metalmeccanici. Ovviamente si parla di aumenti lordi. Dovranno, pertanto, essere calcolati i contributi assistenziali e previdenziali, nonché l’Irpef per una percentuale che mediamente potrà aggirarsi intorno al 30%. Si può ritenere che alla fine il netto in busta paga sarà intorno ai 60-65 euro, secondo le posizioni stipendiali di ciascuno.