Riforma/3: UDC, niente forzature sulla delega

Il passaggio in Consiglio dei ministri dello schema di decreto legislativo, che il ministro Moratti porterà nei prossimi giorni per l’approvazione in via preliminare, non sarà una pura formalità. Secondo quanto risulta a Tuttoscuola, i ministri dell’UDC si opporranno ad eventuali forzature interpretative della delega, che potrebbero riaprire lo scontro in Parlamento (le Commissioni devono esprimere un parere), a livello sindacale, e soprattutto nelle scuole.
È il caso, per esempio, dei modelli di organizzazione del lavoro nella scuola primaria, che secondo alcune indiscrezioni prevederebbero il superamento dei “moduli” attraverso l’introduzione obbligatoria della figura del docente-tutor, che nei primi tre anni avrebbe compiti di docenza per 18-21 ore settimanali sul totale di 27. Il fatto è che la legge non sembra dare alcuna indicazione in tal senso, pur ribadendo l’autonomia delle istituzioni scolastiche: questa verrebbe notevolmente limitata, dicono all’UDC, almeno per ciò riguarda gli aspetti organizzativi e didattici, se il docente-tutor fosse imposto dalla legge, anziché essere liberamente scelto, per esempio, dalle scuole.
La questione è delicata, perché il ritorno al maestro unico, o “prevalente”, faceva parte del programma elettorale di Forza Italia, che ne aveva fatto, e ne fa, una questione di principio e di bandiera. Ma è anche vero che la legge approvata sembra non dare al Governo alcuna delega a muoversi in tale direzione, e che altre componenti della maggioranza, come l’UDC, non ne sono affatto convinti. Il prossimo Consiglio dei ministri offrirà dunque una prima occasione di verifica dei consensi e dei dissensi in materia.