Riforma della riforma/1. Un anno per decidere

Il governo doveva scegliere tra due linee: sospendere l’attuazione della riforma Moratti nel suo insieme (come fece il governo Berlusconi con la legge n. 30/2000), riservandosi di decidere in un momento successivo se abrogarla o emendarla per via legislativa, oppure non sospenderla, rinviando però nel tempo la concreta applicazione dei suoi decreti legislativi, e prendersi così il tempo necessario per studiare le modifiche ai decreti, cioè per emendarli e adattarli in via amministrativa.
La scelta è stata chiaramente la seconda, perché nel decreto legge cosiddetto “milleproroghe” (già approvato dal Senato, verrà approvato definitivamente oggi 10 luglio dalla Camera) è stato disposto il prolungamento di 18 mesi dei termini entro i quali è ancora possibile per il governo modificare i decreti legislativi adottati (una possibilità prevista dalla stessa legge n. 53/2003): in pratica i decreti 76 e 77 del 15 aprile 2005 (diritto/dovere di istruzione e formazione per 12 anni e alternanza scuola-lavoro) potranno essere modificati fino ad aprile 2008, e i decreti 226 e 227 del 17 ottobre 2005 (secondo ciclo e formazione docenti) fino a ottobre 2008.
Più complicata è la questione dei primi due decreti legislativi (n. 59, primo ciclo, e n. 286, valutazione), adottati nel 2004 e modificabili solo per legge: in questo caso il Ministero può operare solo con normativa secondaria. Ma i margini di interpretazione sono abbastanza rilevanti, e i punti più delicati (tutor, portfolio, tempo scuola) largamente inattuati, oltre che contestati.
I tempi più distesi consentiranno alla maggioranza di governo di trovare un accordo al proprio interno sulle questioni più delicate, in coerenza con quanto più volte dichiarato dal ministro Fioroni e confermato davanti alle Commissioni di merito di Camera (29 giugno) e Senato (4 luglio): “non ci sarà una mia riforma. Ma la scuola chiede stabilità e certezze…Per il primo ciclo, dunque, c’è bisogno di modifiche mirate…Per innalzare il livello di tutti l’istruzione obbligatoria sarà prolungata di due anni…“. Nell’esposizione delle linee di indirizzo in Parlamento Fioroni ha anche sottolineato che la “madre di tutte le battaglie” è la lotta contro la dispersione scolastica, che comporta (come sempre negli ultimi 35 anni) la soluzione del problema di come conciliare l’aumento dell’obbligo scolastico con una struttura del biennio sufficientemente articolata, flessibile e inclusiva.