Riforma degli organi collegiali: riprende il dibattito alla Camera

Dal 1° settembre del 2000 l’autonomia delle istituzioni scolastiche è in attesa di un proprio organo di governo, ma deve provvedere con i vecchi organismi collegiali nati trent’anni fa.
La riforma degli organi collegiali d’istituto era stata lasciata alla libera iniziativa parlamentare ma la passata legislatura si era conclusa con un nulla di fatto tra proposte della maggioranza (ulivista) e dell’opposizione.
Fin dall’avvio della nuova legislatura nel 2001 la nuova maggioranza e l’opposizione avevano presentato nuove e vecchie proposte che avevano fatto sperare in una sollecita riforma di questi organi, ma, nel giro di pochi mesi quella speranza era andata delusa, arenandosi in Commissione istruzione della Camera ai primi giorni del marzo di due anni fa.
L’allora relatrice di maggioranza, on. Bianchi Clerici, aveva tentato una mediazione tra le diverse proposte, proponendo un nuovo testo che non aveva però soddisfatto i parlamentari di opposizione.
Ora la Commissione, in sede consultiva, ci riprova, partendo dalle vecchie proposte (ddl n. 1186), ma prevedendo un nuovo giro di audizioni con i diversi soggetti associativi e sindacali della scuola.
Se tutto andrà bene e si troverà anche a breve l’accordo, è però quasi da escludere che si possa avere dal prossimo settembre una nuova legge che modifichi i vecchi organi collegiali previsti dal DPR 416 del maggio 1974.
Una situazione acefala per la scuola dell’autonomia che avrebbe bisogno di guida e di strumenti di governo adeguati per recuperare spazio progettuale, centralità e protagonismo e respingere il disegno di chi vorrebbe attribuire alla scuola la veste di soggetto chiamato solo alla erogazione del servizio in relazione alle indicazioni delle famiglie e dei nuovi livelli di governo locale.