Religione Cattolica a scuola: oltre l’80% degli studenti la sceglie in un contesto di pluralismo religioso e migrazioni
La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha recentemente pubblicato la nota pastorale “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo”, un documento che fa il punto sulla situazione dell’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC) nelle scuole italiane, approvato durante l’81ª Assemblea Generale, che si è svolta ad Assisi dal 17 al 20 novembre 2025. La nota arriva a quarant’anni dalla firma dell’Intesa che ha dato attuazione all’accordo di revisione del Concordato Lateranense in materia di IRC e a trentatré anni dalla prima nota pastorale del 1991.
Con l’approfondimento del contesto storico e sociale, la CEI ha deciso di fare il punto sull’Irc e rilanciare il suo servizio educativo nelle scuole, sottolineando la sua funzione culturale e formativa. In un mondo segnato da rapidi cambiamenti, inclusi i flussi migratori, la secolarizzazione crescente e le sfide poste dall’intelligenza artificiale, l’Irc si conferma come un importante strumento di dialogo interreligioso e di inclusione culturale.
Un’educazione al dialogo interreligioso e culturale
Secondo la nota pastorale, l’IRC ha saputo evolversi nel corso degli anni, rispondendo alle esigenze della scuola italiana e alla crescente pluralità religiosa che caratterizza la nostra società. Il documento sottolinea come l’insegnamento della religione cattolica si sia arricchito con materiali educativi dedicati all’approfondimento di altre religioni, come l’Ebraismo e l’Islam, e con percorsi formativi rivolti agli insegnanti, per favorire un migliore dialogo interreligioso. Esempi significativi includono le schede preparate dalla CEI in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, con l’obiettivo di arricchire i libri scolastici e migliorare la preparazione degli insegnanti.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, nel firmare la presentazione della nota, ha sottolineato come l’IRC abbia saputo “trasformarsi e rinnovarsi, rispondendo alle domande della scuola e della società italiana”. Questo approccio, che valorizza l’identità culturale dell’insegnamento religioso, si inserisce in un percorso che promuove una visione aperta e inclusiva, in linea con le sfide del pluralismo religioso.
Oltre l’80% degli studenti sceglie l’Irc
Secondo i dati riportati nel documento, più dell’80% degli studenti in Italia continua a scegliere di avvalersi dell’IRC, dimostrando la sua validità e il suo ruolo cruciale nel panorama educativo. Tuttavia, la CEI non nasconde le difficoltà organizzative legate alla gestione dell’insegnamento della religione nelle scuole. Uno degli aspetti criticati riguarda la possibilità offerta agli studenti più grandi di optare per l’attività alternativa, che può portare a una perdita di opportunità formative.
Pur riconoscendo le criticità, la CEI sottolinea che l’IRC rimane un elemento fondamentale del processo educativo, che non solo contribuisce alla formazione spirituale, ma anche alla crescita culturale e sociale degli studenti. L’insegnamento della religione cattolica, infatti, non è solo un’opportunità di conoscenza religiosa, ma anche uno strumento di dialogo e relazione, che può arricchire il percorso scolastico di tutti.
Il ruolo della comunità ecclesiale e il futuro dell’Irc
Il cardinale Zuppi ha concluso la presentazione della nota con un appello a tutta la comunità ecclesiale e educativa: “Ogni componente della comunità ecclesiale locale deve impegnarsi per la piena realizzazione di questo servizio che è parte integrante della piena promozione culturale dell’uomo e del bene del paese.” Un invito che sottolinea come la collaborazione tra famiglia, scuola e comunità ecclesiale sia essenziale per garantire un’educazione completa, aperta e inclusiva.
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