Regno Unito: un piano pluriennale dei laburisti per le scuole pubbliche

Ancora una volta Tony Blair offre argomenti a chi lo accusa, soprattutto da sinistra, di essere il vero erede della Thatcher. E lo fa puntando sui problemi del sistema educativo, che d’altra parte era stato un suo cavallo di battaglia anche al momento della prima vittoria elettorale del Labour Party, nel 1997. Solo che questa volta Blair ha scelto di accentuare ulteriormente il thatcherismo delle sue proposte, all’insegna dell’ampliamento della libertà di scelta delle famiglie.
Queste sono infatti le principali caratteristiche del piano presentato da Tony Blair, che troverà completa attuazione entro il 2008: maggiore autonomia finanziaria e gestionale per le singole scuole, che se assumeranno lo status di “fondazioni” potranno acquistare terreni ed edifici e procedere liberamente all’assunzione e al licenziamento del personale; budget triennali della cui efficace utilizzazione risponde personalmente il preside; più marcata caratterizzazione delle scuole secondarie “comprensive”, incoraggiate a dare più spazio alla formazione professionale di settore nei loro piani di studio, con il sostegno anche economico delle imprese; impegno a rendere la qualità delle scuole secondarie pubbliche (che in Gran Bretagna comprendono anche quelle private finanziate con risorse pubbliche) più competitiva con quella delle scuole indipendenti (scuole private non finanziate: il 7% del totale); incentivazione dell’adozione di uniformi e di altri simboli identitari che aumentino il senso di appartenenza e il rispetto delle regole stabilite da ciascuna scuola; più in generale, maggiore possibilità di scelta per le famiglie, legata al fatto che l’offerta delle singole scuole secondarie, a partire dai 14 anni, sarà più specialistica e riconoscibile rispetto a quella delle scuole “comprehensive“; incentivi e premi per le scuole che si rinnovano (è previsto un apposito fondo), chiusura di quelle che non riescono a migliorare le proprie performances nel giro di qualche anno; tolleranza zero per chi marina la scuola o la danneggia o commette atti di violenza verso i compagni e soprattutto verso gli insegnanti.
Insomma, per tentare di vincere le elezioni, ormai prossime, Blair ha scelto ancora una volta di sfondare al centro, di far breccia nell’elettorato moderato: una scelta quasi obbligata nei Paesi dove le elezioni si svolgono sulla base del sistema maggioritario. E la sinistra scolastica italiana?