Regno Unito: un piano d’azione sull’IA per restare all’avanguardia

Con una veemenza sorprendente per chi ne conosce i toni solitamente misurati il primo ministro inglese, Keir Starmer, ha presentato al Parlamento il nuovo Piano d’azione sull’Intelligenza Artificiale (AI Opportunities Action Plan), datato gennaio 2025.

Quella di Starmer, autore della prefazione del Piano, è una orgogliosa rivendicazione della storica posizione di avanguardia conquistata dagli scienziati inglesi nel campo della IA, posizione che il Regno Unito intende mantenere: “Partiamo da una posizione di forza”, si legge nel testo, “questa è la nazione di Babbage, Turing e Lovelace, guidare il cambiamento è nel nostro DNA”, ed è quindi “nostra  responsabilità garantire che la Gran Bretagna mantenga la sua posizione di leader mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale, anche se la concorrenza aumenta”.

Sembrerebbe una presa di posizione nazionalista, una sorta di versione inglese del trumpiano MAGA “Make America Great Again” applicato al campo dell’IA, ma Starmer tiene a precisare che “i nostri valori di democrazia e commercio aperto e lo Stato di diritto sono elementi cruciali per il libero scambio di idee, necessario per massimizzare il potenziale dell’intelligenza artificiale”.

Vedremo che cosa succederà in concreto a livello internazionale. Intanto il Regno Unito va avanti col suo Piano, che è stato sviluppato dal consigliere di Starmer per l’IA Matt Clifford, un imprenditore affermatosi nel finanziamento delle innovazioni tecnologiche tanto da aver acquisito il titolo di CBE (Commander of the Order of the British Empire), la più alta onorificenza dopo quella di Cavaliere (Knight) dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Il Piano, che prevede una stretta collaborazione tra governo, imprese private, università e centri di ricerca e progettazione, stabilisce con precisione i contenuti e le scadenze delle diverse azioni previste – alcune delle quali dovranno essere realizzate a brevissimo termine (3-6 mesi) – distribuite nell’arco di 10 anni, e per ciascuna di esse formula una specifica “raccomandazione”. In tutto sono 50.

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