
“Parlano di soldi, uccidono la libertà”. Così il quotidiano cattolico Avvenire titola oggi un editoriale in cui attacca il referendum in programma a Bologna contro il finanziamento comunale alle scuole materne paritarie. “Può sembrare un fuocherello modesto, localizzato, tanto innocuo nei suoi possibili effetti quanto velleitario nei suoi propositi; ma è un tizzone gettato ad arte accanto a un barile di polvere”, attacca il giornale della Cei.
Avvenire taccia di “dotta ignoranza” e di “sussiego” i promotori per il richiamo all’articolo 33 della Costituzione e alla libertà di istituire scuole ‘senza oneri per lo Stato’. “Andrebbero rimbeccati subito, grezzo per grezzo – scrive –, perché a Bologna lo Stato non c’entra col sussidio agli asili paritari, anzi riceve anch’esso qualcosa dal Comune per i suoi asili”. “Con più serietà – prosegue Avvenire –, andrebbero invitati a far di conto; un alunno della scuola materna comunale costa alle casse comunali 6.900 euro all’anno, un alunno iscritto alla scuola materna privata 600; dite se è un onere o un risparmio”.
Dopo aver sottolineato come le scuole paritarie svolgano un servizio pubblico, il giornale dei vescovi osserva anche che “il grande principio che regge l’articolo 33 della Costituzione è la ‘libertà’; perché la libertà è correlata alla cura e all’educazione che spetta ai genitori, alla famiglia, con lo sguardo anche sulle inclinazioni e aspirazioni del figlio”.
“È qui – aggiunge – dove il tizzone referendario cerca l’innesco esplosivo; non è il denaro che conta, è l’ostilità verso la scuola materna libera (il più delle volte cattolica) dove l’impegno educativo non è mestiere ma vocazione, cura, partecipazione appassionata, e dove si rendono visibili e trasmissibili ‘in nuce’ i valori che i genitori degli alunni tengon preziosi”.
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