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Rapporto sull’istruzione, l’Italia migliora ma l’Europa fa meglio

Il nuovo Rapporto della Commissione europea, pubblicato in questi giorni, e relativo allo stato dell’istruzione nei Paesi dell’Unione rispetto agli obiettivi di Lisbona ridefiniti per il 2020, evidenzia complessivamente un miglioramento dell’Italia, come già anticipato in parte da alcuni dati rilevati nel dicembre scorso dall’Ocse-Pisa.

Il Rapporto, atteso da diversi mesi (negli ultimi anni è stato pubblicato in autunno) riporta la situazione relativa al 2009, recuperando anche i dati Ocse-Pisa sulle competenze minime in lingua matematica e scienze degli studenti europei quindicenni.

Per quanto riguarda le competenze di livello minimo dei quindicenni, che la Commissione europea ha fissato per il 2020 ad un massimo del 15%, il Rapporto conferma il miglioramento dei nostri ragazzi rispetto alla rilevazione precedente (2006).

In lingua il 21% dei nostri 15enni è al livello minimo di competenza: una percentuale ancora troppo alta rispetto al benchmark del 15% da raggiunge nel 2020, a indubbiamente migliore del livello precedentemente raggiunto che si era fermato al 26,4%.

Mancano comunque sei punti percentuali per centrare l’obiettivo finale. E pensare che nel 2000 la percentuale era ancora più bassa di quella attuale (18,9%).

La media dei Paesi europei che nel precedente Rapporto era del 24,1% è scesa al 20% lasciando, quindi, se pur di poco, sopra tale media i nostri quindicenni.

In matematica, dove l’obiettivo finale di Lisbona è fissato al 15% dei quindicenni con competenze minime, l’Italia, che nella precedente rilevazione aveva il 32,8%,  migliora notevolmente portandosi al 24,9% (lontana, comunque 10 punti in percentuale dall’obiettivo finale del 2020).

La media europea, che nella precedente rilevazione era al 24%, è scesa al 22,2%, lasciando, comunque, i nostri quindicenni con competenze minime sopra i coetanei europei.

Infine in scienze (obiettivo finale nel 2020 fissato al 15% di quindicenni con competenze minime in questa disciplina) gli italiani migliorano scendendo al 20,3% (nel 2006 erano al 25,3%) ma restano ancora un po’ lontani dall’obiettivo finale del 2020. Rispetto alla media UE che nel 2006 era al 20,2%, restano comunque al di sopra perché mediamente i Paesi dell’Unione sono scesi nel frattempo al 17,7%

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