Raffica di riforme per decreto

La settimana che si è appena conclusa ha visto il rapido succedersi di provvedimenti assunti dall’esecutivo con lo strumento della decretazione ordinaria (in attuazione di leggi, come la Finanziaria 2007, contenenti deleghe o autorizzazioni: è il caso del Regolamento per l’obbligo di istruzione a 16 anni) o d’urgenza, attraverso il ricorso al decreto legge, come nel caso delle “Disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2007-2008“.
Con il decreto legge del 5 settembre 2007 sono state toccate diverse materie, alcune di notevole rilievo, dal ristabilimento del “tempo pieno” classico con 40 ore settimanali all’esame di maturità, che i privatisti potranno sostenere solo nelle scuole indicate dall’Amministrazione; dal ripristino del giudizio di ammissione all’esame di terza media alle norme sulle sanzioni disciplinari a carico del personale.
Senza entrare nel merito delle decisioni prese (ad alcune delle quali dedichiamo specifiche news), non si può non osservare ancora una volta come nella corrente legislatura si stia facendo ricorso in modo sistematico e continuativo – per motivi di fragilità della composizione della maggioranza (soprattutto dal punto di vista numerico) – a strumenti normativi di decretazione d’urgenza che non passano attraverso le ordinarie procedure parlamentari. Solo i ritocchi all’esame di Stato sono stati oggetto di una legge ordinaria. Tutti gli altri interventi strutturali e ordinamentali sul sistema educativo sono contenuti o in leggi blindate come la Finanziaria 2007 o in decreti legge o in atti amministrativi. Segno della difficoltà della classe politica di maggioranza e di opposizione a individuare punti d’intesa super partes nel settore delle politiche scolastiche e formative necessarie per far uscire la scuola italiana dalla profonda crisi in cui si trova, documentata dall’esito delle indagini comparative internazionali.