Quella mancanza di criteri dell’organico che illude i docenti del Sud

Nel luglio scorso la VI sezione del Consiglio di Stato ha emesso una sentenza (n. 4286 del 14.7.2011) che, da una parte, censura il Miur sugli organici per l’assenza di criteri nella ripartizione dei posti di docente per le immissioni in ruolo e, dall’altra, sembra aprire una prospettiva di nuove nomine a favore dei docenti meridionali. Speranza o illusione?

Il Consiglio di Stato aveva sostanzialmente condiviso la tesi di docenti precari siciliani (di Enna e Catania) secondo cui non era stato definito il criterio di ripartizione dei posti riservati a nuove nomine in ruolo. I ricorrenti avevano sostenuto che era inspiegabile il fatto, ad esempio, che a Brescia, pur essendovi meno studenti e quasi tutte le graduatorie dei precari esaurite, fosse stato assegnato un “contingente di immissioni in ruolo (564) sensibilmente superiore a quello di Catania (497), provincia più affollata di studenti e ad alto tasso di precariato”.

I ricorrenti avevano avanzato il dubbio che nella distribuzione dei posti si fosse privilegiato il centro-nord a danno del sud e delle Isole.

Non convinto dei primi chiarimenti prodotti dal Miur, il Consiglio di Stato ne aveva sollecitato altri, senza, tuttavia, ottenere risposta. Per questo aveva emesso la sentenza di luglio in quanto non erano “emerse le modalità aritmetiche o logiche con cui si è provveduto alla concreta applicazione del criterio della “proporzionalità al numero dei posti disponibili”, dall’Amministrazione indicato quale canone seguito nella ripartizione del personale da assumere tra le diverse regioni e province”. E aveva anche aggiunto che la mancata risposta del Miur induce il Collegio ad apprezzare favorevolmente le censure di difetto di istruttoria e motivazione … riguardo alla disposta ripartizione del contingente fissato di assunzioni tra le province di Catania ed Enna e tra le province meridionali e quelle del centro-nord.

I ricorrenti non si danno per vinti e, tramite un legale, hanno avviato la richiesta allo stesso Consiglio di Stato per la nomina del commissario ad acta, affinché disponga l’invocata ridistribuzione dei posti per l’ultimo triennio. La speranza potrebbe, però, diventare illusione o, addirittura, autogol, perché potrebbe risultare che il sud ha avuto più di quanto gli spettasse, a danno del Centro-Nord, come risulta dallo studio di Tuttoscuola.