Quel pasticciaccio dei test preselettivi/2. Favorito chi ha più memoria?

Il Miur, dopo aver definito “pochissimi e marginali refusi” le imprecisioni e gli errori riscontrati, ha confermato la data del 12 ottobre 2011, facendo sapere che saranno eliminati i quesiti messi in discussione e respingendo in modo tassativo ogni ipotesi di ammissione in massa dei candidati alle successive fasi del concorso.

L’impressione è che la cura dimagrante per i 5700 quesiti dovrà essere drastica, perché ne basterebbe anche uno solo sbagliato o impreciso o discutibile per scatenare contenziosi, ricorsi al TAR ai fini dell’ammissione con riserva alle prove scritte e così via, come ben sappiamo nella patria del manzoniano avvocato Azzecca-garbugli.

Resta l’obiezione non infondata che questa modalità di preselezione, basata sui quesiti a risposta multipla (una risposta esatta su quattro), potrebbe favorire i candidati con forti capacità di memorizzazione a scapito di altri più idonei alla funzione ma meno dotati di memoria.

A questa obiezione si sarebbe potuta dare una risposta, sia pure parziale, ammettendo un numero consistente di candidati (in ipotesi: i primi 5000 o 6000 classificati) ad una successiva prova che avesse utilizzato per esempio i quesiti a risposta breve o comunque test che sollecitino capacità di riflessione ed elaborazione, e non solo di memorizzazione, predisposti da esperti insieme alle griglie per la correzione/valutazione delle prove.

Peccato che l’iter per effettuare le modifiche al bando sarebbe troppo lungo. Certo è difficile rassegnarsi all’idea di correre il rischio che a vincere il concorso a dirigente scolastico siano non i più meritevoli ma quelli cui la sorte ha fornito una memoria migliore.