Quel monito dell’Avvenire: chi sono i furbastri?

Proprio all’indomani della conferenza stampa del ministro Gelmini, svoltasi a Palazzo Chigi lo scorso giovedì, il quotidiano cattolico dei vescovi italiani Avvenire ha lanciato un duro avvertimento a chi si occupa della scuola e sfrutta i ragazzi facendo carriera sulla loro pelle, specificando che ciò vale “per il Ministro, e per ogni adulto che ha una funzione nella scuola”, ma soprattutto per i “furbastri che campano sulla e nella scuola e però dei ragazzi gliene interessa assai meno del giusto”.

A chi si riferiva esattamente il giornale dei vescovi? Probabilmente non al ministro Gelmini, che “ha affrontato“, si legge nell’articolo, “con gagliarda e dunque controversa volontà riformatrice sia l’Università che la scuola. Una partita personale e politica su cui sta scommettendo molto” e sul cui esito comunque l’editoriale dell’Avvenire non si esprime.

Chi sono allora i furbastri? L’auspicio del quotidiano è che “prevalga in tutte le parti la buona volontà di salvaguardare l’essenziale” , al fine di “evitare, anche e soprattutto là dove le condizioni non sono buone che si esacerbi il tutto, ma si faccia in modo che i bambini e i ragazzi non patiscano maggiore disagio“.

E’ possibile che il richiamo sia rivolto alle forze politiche, ma più in particolare a quei loro esponenti, di destra e di sinistra, che nell’attuale clima di confronto esasperato, quasi preelettorale, appaiono più impegnati nell’utilizzare strumentalmente anche la problematica scolastica per lanciare accuse feroci e ipersemplificate allo schieramento avversario. Si veda per esempio lo scontro sulle iniziative di protesta dei precari, accusati da una parte di essere in realtà militanti politici infiltrati e considerati  dall’altra come vittime sacrificali della trimurti Berlusconi-Tremonti-Gelmini. Uno scontro gridato, sopra le righe, uno spettacolo in cui sembra davvero che gli studenti facciano la parte delle comparse…