Quel liceo che mi ha cambiato la vita

Ho frequentato il liceo classico ‘Cesare Beccaria’ di Milano negli anni ’50  e credo di essere stato favorito dalla sorte per una serie di fortunate coincidenze:

– perché la decisione di iscrivermi a quel tipo di liceo (era il più vicino alla casa dove allora abitavo) fu presa da mio padre, un sarto calabrese autodidatta emigrato a Milano negli anni trenta, che anche per orgoglio e ambizione volle mandarmi nella scuola frequentata dai figli dei suoi clienti più facoltosi e acculturati;

– perché il Beccaria era stato scelto anche dalla famiglia del mio compagno di banco e di studi pomeridiani durante la scuola media, figlio di un dirigente centrale della Banca Commerciale Italiana e nipote di Raffaele Mattioli, allora presidente della Comit: facemmo in modo da essere iscritti alla stessa sezione;

– perché incontrai docenti straordinari, soprattutto nel triennio, capaci di far amare le loro materie;

– perché i miei compagni di classe, pur appartenendo quasi tutti a famiglie nelle quali uno o entrambi i genitori erano laureati (dopo aver frequentato a loro volta il liceo classico), non ebbero mai nei miei confronti atteggiamenti di supponenza o di superiorità: il confronto era tra pari, e si svolgeva caso mai su basi meritocratiche. I ‘bravi’ erano rispettati;

– perché quel tipo di studi e gli interessi via via maturati (come quello per la filosofia, che mi indusse a laurearmi in questa disciplina da studente-lavoratore: 4 anni alla Banca Commerciale) mi hanno consentito di realizzare – rispetto ai miei genitori e ai nonni: quello materno era un muratore bergamasco analfabeta al quale insegnai a leggere – un vero e proprio salto di livello nella condizione socio-professionale.

Sono convinto che se non avessi fatto il liceo classico – quel liceo classico – non avrei avuto accesso a una serie di esperienze e di emozioni culturali che mi hanno accompagnato nella vita.

Per me il liceo classico ha davvero funzionato come ascensore sociale, e se dovessi dare un consiglio ai genitori, soprattutto a quelli di modesta condizione sociale ed economica ma ambiziosi e intenzionati a investire sul futuro dei figli – direi loro che la scelta di questo percorso di studi presenta tuttora un vantaggio competitivo rispetto ad altre.