
Quel balletto sul numero di supplenti: 250 mila per i sindacati, 155mila per Valditara

Ha suscitato attenzione l’intervista del ministro Valditara a “Il Messaggero”, prevalentemente dedicata al problema del precariato dei docenti di scuola statale.
Ministro Valditara, ogni anno scolastico parte con i numeri sconcertanti delle cattedre assegnate a docenti precari. Questa volta è stato stimato addirittura il record di 250 mila insegnanti a tempo determinato.
«Facciamo chiarezza – ha dichiarato il ministro – si tratta di numeri del tutto gonfiati. In nessun modo si raggiungono queste cifre, anche mettendo insieme le supplenze a orario pieno, cioè le cattedre affidate per un anno o fino al 30 giugno a un docente precario, con le supplenze su spezzoni di cattedre, spesso di appena due o tre ore ….”.
Si può capire l’intenzione di Valditara di volere rassicurare milioni di famiglie a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico. Quanto emerso dal colloquio merita un approfondimento e qualche precisazione, ad esempio riguardo agli spezzoni di cattedra, che non possono essere inferiori a 6 ore settimanali e che, comunque, comportano la presenza di supplenti fino al 30 giugno, indipendentemente dalla durata di ore settimanali che passano in cattedra.
Ma quali sono i dati sui supplenti? Secondo i numeri ufficializzati dal Portale unico del ministero, nel 2022-23, su posti comuni e posti di sostegno, i supplenti erano stati 234.576; si attendono ancora i dati del 2023-24, stimati in non meno di 245mila, soprattutto per effetto dell’aumento continuo di posti di sostegno in deroga.
E per il 2024-25? Nei giorni scorsi, proprio sulla base dell’incremento dei posti di sostegno in deroga, fonti sindacali hanno stimato in almeno 250mila i docenti precari che verranno nominati nelle prossime settimane, senza considerare che, a causa della proroga a dicembre delle nomine dei vincitori di una parte del concorso ordinario, per quattro mesi sarà necessario nominare circa 10mila altri supplenti sui posti vacanti in attesa del titolare. Certamente il ministro Valditara sta mettendo in campo numerose misure volte a ridurre il precariato, ma molte di queste non dispiegheranno gli effetti per l’inizio del nuovo anno scolastico. I risultati si vedranno più avanti.
E dunque il vero numero dei precari qual è? chiede l’intervistatore al ministro.
«Le vere supplenze, quelle coperte con contratti a orario pieno, – precisa Valditara – a inizio anno saranno 165 mila. Entro dicembre arriveranno ulteriori 10 mila nuovi assunti con il concorso già bandito, e quindi il numero scenderà a circa 155 mila supplenze. L’anno scorso erano 160 mila, pertanto quest’anno ci sarà una prima riduzione».
La distinzione tra supplenti a orario pieno e supplenti con orario inferiore è una distinzione un po’ accademica. La stima dei sindacati si riferisce a 250mila docenti in carne e ossa, con contratto a tempo determinato, che svolgeranno secondo le stime attività di insegnamento fino al 30 giugno o al 31 agosto 2025.
Taglia corto la segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci: “Al di là del ‘botta e risposta’ cui stiamo assistendo sui numeri, saranno comunque tante, troppe e basterà attendere pochi giorni per averne la conferma. Le ragioni sono note: l’alto numero di supplenze nasce dai limiti storici di un sistema di reclutamento le cui ripetute modifiche non hanno sortito alcun effetto concreto, creando anzi altri problemi, e da organici che soprattutto sul sostegno vedono decine di migliaia di posti attivati ogni anno solo provvisoriamente. Segno che gli organici di diritto sono largamente insufficienti per rispondere al reale fabbisogno”. “È quindi quanto mai necessario e urgente cambiare questo sistema, rendendo strutturale un doppio canale di reclutamento che riconosca il valore dell’esperienza di lavoro acquisita sul campo, consentendo di incrementare sensibilmente il numero dei posti coperti da personale di ruolo”. La Barbacci conclude chiedendo al Ministro Valditara “un impegno forte nel ricercare con il Parlamento e con la Commissione Europea soluzioni concrete nella direzione indicata, da attuare già da settembre prossimo”.
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