Quegli alunni in più ignorati dal Miur

È polemica da parte sindacale sulla attendibilità dei dati degli alunni utilizzati dal ministero dell’Istruzione per determinare gli organici delle scuole sul territorio nazionale.
I sindacati accusano il ministero di avere sottostimato il numero degli studenti soprattutto in alcune regioni del nord (soprattutto in Emilia Romagna e Lombardia) e di avere assegnato risorse insufficienti per coprire le nuove classi da costituire. Più alunni vogliono dire più classi e più insegnanti; meno alunni determinano ovviamente una decisione opposta.
Il ministero, per parte sua, non smentisce e non conferma, forte forse anche del fatto che da anni le situazioni effettive che emergono all’inizio del nuovo anno scolastico finiscono per dargli quasi sempre ragione e che, comunque, per rimediare alle situazioni impreviste vi è sempre il correttivo dell’organico di fatto.
In modo particolare sono gli istituti di istruzione secondaria di II grado che fanno registrare una consistente differenza del numero di alunni tra quelli registrati a gennaio in sede di iscrizione e quelli effettivamente frequentanti nel settembre successivo.
Tuttoscuola ha esaminato le situazioni degli ultimi tre anni scolastici dei quali sono ufficialmente noti i dati dell’organico di diritto e dei corrispondenti dati dell’organico di fatto e ha rilevato che nel 2000-2001 tra iscritti e frequentanti lo scarto negativo fu di 45 mila studenti (negli istituti superiori si registrarono 53,5 mila studenti in meno).
L’anno dopo la differenza fu contenuta in poco più di 16 mila studenti in meno (27 mila in meno nelle superiori) e nel 2002-2003 lo scarto negativo fu di 23,4 mila studenti (oltre 46 mila in meno negli istituti superiori). Scuola dell’infanzia e scuola elementare hanno invece sempre fatto registrare un numero di frequentanti maggiore del numero di iscritti.