Quegli altri 20 mila posti Ata promessi e mancati

Fino all’ultimo i sindacati e i precari ATA ci avevano sperato, ma nel maxiemendamento presentato dal Governo e approvato dall’assemblea del Senato quei 20 mila ulteriori posti per l’immissione in ruolo dei precari Ata non si sono visti.
La settimana scorsa, quando le speranze erano ancora vive, gli Ata avevano manifestato davanti al ministero della Pubblica Istruzione, chiedendo a gran voce che ai già previsti 20 mila posti se ne aggiungessero altrettanti, come era stato promesso da varie esponenti della maggioranza e, come sostenevano i sindacati, anche dallo stesso ministro Fioroni.
Il ministro, invece, ha chiesto per quale ragione gli Ata stavano protestando sotto la sua finestra, e alla sua domanda ha risposto il segretario della Uil-scuola, Massimo Di Menna che ha garbatamente ricordato che lo stesso ministro aveva preso impegni, condividendo le osservazioni sindacali sull’inserimento nella legge finanziaria di un emendamento che portasse da 20 a 40 mila i posti per immettere in ruolo personale ausiliario, tecnico e amministrativo attualmente in posizione di supplente annuo.
Le cose sono chiare – ha detto Di Menna – ci sono 90 mila posti disponibili su cui lavorano ogni anno persone che vengono assunte a settembre e licenziate a luglio. Posti che possono essere coperti da immissioni in ruolo aggiuntive rispetto a quelle previste“.
Evidentemente il ministro dell’Economia Padoa Schioppa non si è lasciato convincere dal collega Fioroni, anche se, teoricamente, la tesi del costo zero per assumere in ruolo i docenti supplenti annui avrebbe dovuto valere anche per il personale Ata.
Docenti e Ata supplenti annui sono infatti già retribuiti e, pertanto, la loro immissione in ruolo non dovrebbe costare quasi nulla (anche se con la ricostruzione di carriera, l’anno dopo la loro assunzione in ruolo, i costi saliranno sensibilmente).