Tuttoscuola: Non solo statale

Quanto sara’ pesante da attuare la riforma per i docenti delle scuole cattoliche?

La riforma Moratti si è affacciata, ovviamente, anche nelle scuole cattoliche, o con sperimentazioni dall’anno scorso o con l’introduzione almeno dell’inglese e dell’informatica nella scuola primaria da quest’anno.
Come al solito ci si è impegnati con entusiasmo e con professionalità per una corretta applicazione delle norme ministeriali. Già la riforma Berlinguer ci aveva visti presenti in corsi di aggiornamento, in lavori collegiali preparatori, nella costruzione di curricoli settennali, nell’analisi di drammatiche ipotesi di riduzioni di orario per effetto della prevista riduzione di un anno di scuola media. Si trattò in gran parte di tempo sprecato.

La riforma Moratti arriverà in porto? Andrà a regime? Per ora ci sono a disposizione norme importanti: la legge 53 del 28 marzo 2003, le Indicazioni nazionali, le Raccomandazioni, il Progetto nazionale di sperimentazione e, da ultimo, il Decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 settembre 2003.
Pur non essendo ancora completo il mosaico della riforma, già s’intuiscono le problematiche contrattuali che essa susciterà e che sta suscitando dove viene adottata sperimentalmente.

Elenco, per offrirli ad una riflessione comune, che consiglio di approfondire anche nei singoli istituti nell’ambito di assemblee sindacali e di collegio docenti, alcune ipotizzabili ricadute contrattuali:

– la riduzione, nella scuola primaria, dell’orario obbligatorio per gli alunni di tre ore settimanali, quali conseguenze comporterà sull’organizzazione dell’orario di lavoro per il personale docente?
– L’oneroso lavoro aggiuntivo del docente tutor verrà riconosciuto in termini retributivi in tutte le nostre realtà scolastiche?
– A compensare le numerose ore di aggiornamento che ci vengono richieste o quelle per la predisposizione di piani personalizzati e di unità di apprendimento, bastano gli attuali istituti contrattuali?

Temo che nelle scuole dove è scarsa o ancora assente una corretta sindacalizzazione dei lavoratori, si rischi fortemente che l’applicazione della Riforma ricada pesantemente sui dipendenti stessi, senza un equo riconoscimento del loro lavoro.
Il SINASCA già dal mese di novembre ha sollecitato e organizzato su tali temi assemblee sindacali d’istituto e provinciali, aperte anche a chi non è iscritto, per offrirgli un’ulteriore occasione per capire che soli non si ha forza per mantenere o difendere la dignità del proprio lavoro.

prof. Paolo Marenzoni

Presidente Nazionale SINASCA
Sindacato dipendenti scuola cattolica

info@sinasca.it

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