Puglisi (Pd), al massimo 250-300 emendamenti

Il provvedimento va tenuto tutto insieme. La scuola non è un assumificio.

Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd e co-relatrice in commissione Istruzione del Senato sul Ddl, esclude che lo slittamento dell’iter del provvedimento ventilato dal premier Renzi per attendere l’esito della consultazione nazionale prevista ai porimi di luglio sia da interpretare come una sua “vendetta” contro l’ostruziosimo.

La richiesta, spiega, è legata alla necessità di ridurre gli emendamenti. Non c’è nessuna intenzione di far saltare tutto“, ma “c’è un dato oggettivo che deve  essere considerato. Alla Camera sono stati presentati 5mila emendamenti. Al Senato sono tremila: o si riducono o l’approvazione del testo rischia di slittare a luglio inoltrato“. ù

Ma di quanto si dovrebbero ridurre gli emendamenti? “Personalmente ritengo che il numero non debba superare quota 250-300“, risponde Puglisi. “Non dimentichiamoci che deve essere approvato in commissione, in aula e poi tornare alla Camera per la terza lettura“.

Comunque, precisa la parlamentare, “Lo stralcio del capitolo assunzioni non è ipotizzato: chi punta a questo sbaglia di grosso. L’articolo 10, la spina dorsale del provvedimento, è fondamentale ma solo se viene approvato tutto il resto. Il provvedimento va tenuto tutto insieme. Non può essere ridotto ad uno spezzatino. La scuola non è un assumificio“.  

Va considerato che “il ddl stanzia tre miliardi per la scuola, fa 100mila assunzioni, contrasta la dispersione scolastica, accompagna i ragazzi al proprio successo formativo, da’ piena attuazione all’autonomia scolastica. Potenzia l’alternanza scuola-lavoro, valorizza il merito. Lo slittamento dell’entrata in vigore è una occasione sciupata per tutti“.