Proposta di legge bipartisan per salvare le piccole scuole sarde

Salvare le scuole nelle realtà a grande spopolamento, a bassa densità demografica e con minoranze turistiche da tutelare per garantire il diritto all’istruzione. È l’obiettivo della proposta di legge bipartisan presentata alla Camera da diversi parlamentari sardi su iniziativa di Caterina Pes del Pd che oggi ha illustrato il testo della leggina nella sede regionale del partito.

Si tratta di quattro articoli che prevedono nuovi criteri per quanto riguarda la formazione delle classi e le assegnazioni degli organici del personale amministrativo e dei docenti, attraverso deroghe rispetto alla legge del 2009 sul dimensionamento scolastico. In pratica si ipotizza di concedere l’autonomia agli istituiti comprensivi con 300 alunni (ora con 600) e classi con meno di 8-10 alunni (a seconda del livello), mentre gli incarichi a tempo determinato per gli amministrativi e docenti avrebbero durata triennale. “Le scuole che chiudono provocano un vuoto difficilmente colmabile – ha spiegato Pes – facciamo riferimento agli articoli 33 e 34 della Costituzione che garantisce l’istruzione come diritto di tutti e l’istruzione rappresenta, più di tanti altri, il diritto alla cittadinanza“.

In Sardegna la densità della popolazione è pari a 70 abitanti per km quadrato. Questa legge è un altro elemento per dire al Governo che il problema dello spopolamento dei territori va affrontato – ha detto la deputata Amalia Schirru – per cercare di evitare punti critici nei nostri comuni“.

In Sardegna manca una legge quadro sull’istruzione – ha osservato il segretario regionale Pd, Silvio Lai – occorre superare l’immobilismo della Regione che non sta prendendo posizione“. Il problema dell’istruzione sarà affrontato giovedì prossimo in Commissione cultura, in Consiglio regionale, “che sentirà anche pareri sul dimensionamento – ha annunciato il consigliere Pd Mario Bruno – è uno dei temi che poniamo come rivendicazione dei diritti dei sardi: il consolidamento del sistema dell’istruzione e salvaguardia della specificità insieme a altri come quello della continuità territoriale, perché le scuole accorpate gradualmente vengono abbandonate“.