Profumo e Rossi Doria: Così funzioneranno i concorsi

Ventunomila nuovi docenti entrano in classe fra tredici giorni, presi dalle graduatorie storiche. Altri ventiquattromila saranno insediati a settembre 2013, metà dalle graduatorie, metà dal nuovo concorso che stiamo organizzando. Altri diecimila insegnanti in primavera: metà assunti dalle graduatorie, metà con un bando”. Ecco i numeri delle immissioni in ruolo illustrati dal ministro dell’istruzione Francesco Profumo.

Svuotare le graduatorie” e “dare continuità ai concorsi, farli tornare un’abitudine di questo Paese. Dopo la primavera 2013 ogni due anni ci sarà una nuova prova”, ha aggiunto Profumo intervistato da Corrado Zunino su Repubblica.

Le esperienze di cattiva gestione dei concorsi in questi ultimi mesi spaventano. “Vorrei lasciare in eredità ai giovani una nuova fiducia nei concorsi di Stato. Quelli che faremo noi saranno puliti e porteranno i vincitori a una cattedra”, dice il ministro, che certamente è consapevole di giocarsi su questo una larga parte di credibilità.

A spiegare più approfonditamente come si sta mettendo in moto la macchina ministeriale è il sottosegretario Marco Rossi Doria in un’intervista a Tempi.it: i tecnici del ministero dell’Istruzione “stanno lavorando per definire ogni dettaglio, dalla suddivisione dei posti dal punto di vista territoriale, all’ordine di scuola e della classe di concorso. Dobbiamo fare presto e bene”.

Ma chi potrà accedere al concorso? “Tutti gli abilitati all’insegnamento, dunque anche i precari iscritti in graduatoria. La vera novità è che si torna a concorsi in cui si vince o si perde. Comunque, possiamo rassicurare sulle paure più diffuse: se sono precario e perdo, mantengo comunque il posto in graduatoria. L’idea è di dare una nuova occasione di concorso ogni due anni e di esaurire le graduatorie nel giro di qualche anno ancora. Dunque non soltanto non stiamo danneggiando i precari, ma stiamo dando loro opportunità in più attraverso un concorso”.

Infine Rossi Doria dà qualche informazione sul secondo concorso in primavera: “potranno partecipare anche coloro che supereranno questo primo Tfa. La tempistica ce lo consente. Non avremmo potuto, invece esentare dal requisito dell’abilitazione una parte dei candidati. Accolgo comunque la preoccupazione che arriva da più parti e soprattutto da moltissimi ragazzi: dare garanzie ai ventenni che si laureano di abilitarsi e di partecipare a un concorso”. E spiega la strategia di reclutamento del governo: “dobbiamo riuscire a mescolare esperienze, età e storie di vita diverse nei gruppi docenti dei prossimi anni. Teniamo presente, comunque, che anche con il primo concorso previsto in autunno potranno partecipare candidati che si sono abilitati con le Ssis, che hanno magari 30-35 anni. Una bella boccata d’ossigeno, visto che l’età media dei nostri docenti è attualmente ferma oltre i 50 anni”.