Profumo agli studenti: siate curiosi

E’ quasi una citazione di Steve Jobs (“Be hungry, Be foolish”) quella che il ministro Profumo rivolge agli studenti nell’intervista rilasciata al portale Skuola.net: “Cercate durante la scuola di essere interessati e curiosi, solo attraverso la curiosità si può avere una continuità nell’innovazione e poter diventare cittadini del mondo”.

Il ministro, rispondendo ad alcune fra le oltre 200 domande arrivategli via web, ha colto l’occasione per lanciare un appello ai politici impegnati nella campagna elettorale affinchè “in questi ultimi giorni di campagna elettorale ci sia una discussione seria e non di sogni sul tema scuola, università e ricerca”.

Tra le priorità che il ministro uscente segnala al suo successore stanno la sicurezza delle scuole, la programmazione degli interventi e delle risorse e la centralità dello studente, da rimettere al centro del processo scolastico.

Quanto alle ulteriori riforme di ordinamento, in particolare quella di rendere più unitario il biennio iniziale di scuola secondaria superiore, Profumo esprime la sua contrarietà. Serve a suo giudizio una  maggiore congruenza tra i percorsi formativi e le richieste del mondo lavorativo, e quindi la proposta di un biennio comune per le superiori e un triennio di indirizzo “oggi non corrisponde a un’esigenza del mercato del lavoro, che ha necessità che ci sia una scelta decisa sulla base dell’orientamento tra il percorso liceale e quello di istruzione tecnica professionale”.

Va incoraggiata, invece, la tendenza a rafforzare quest’ultima. “Paesi con economie simili alla nostra hanno percentuali di scelta sulla formazione tecnica professionale intorno al 70%, noi quest’anno per la prima volta siamo arrivati al 52% partendo dal 40% di qualche anno fa”, dice il ministro.

Qui, per la verità, Profumo pecca di imprecisione, perchè la percentuale complessiva degli studenti iscritti a percorsi tecnico-professionali (istituti tecnici, istituti professionali, istituti d’arte), non è mai scesa in Italia al 40%. Malgrado il notevole calo degli iscritti essa si è mantenuta sempre sopra al 50%, considerando ovviamente gli istituti professionali di Stato. Negli ultimi anni, da Prodi-Fioroni in avanti, è stato fatto uno sforzo assai rilevante per rilanciare l’istruzione tecnico-professionale (soprattutto quella tecnica), la tendenza al calo degli iscritti è stata bloccata e nell’ultimo anno ha cambiato segno. Ma di poco: il problema di fondo resta aperto.