Prof minaccia e offende figlia di Giorgia Meloni su Facebook: sospeso in via cautelare da USR Campania

È stato sospeso in via cautelare il docente di un liceo del Napoletano autore del post su Facebook contenente minacce rivolte alla figlia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Lo ha comunicato l’Ufficio scolastico regionale per la Campania, che ha avviato anche il relativo procedimento disciplinare

La decisione dell’Ufficio scolastico regionale

Come spiegato in una nota firmata dal direttore generale Ettore Acerra, il provvedimento è stato adottato per “garantire la serenità della comunità scolastica”, e resterà in vigore fino alla conclusione della procedura disciplinare, nel pieno rispetto della normativa vigente. L’insegnante, come previsto dalla legge, avrà la possibilità di presentare una memoria difensiva, a seguito della quale verranno valutate eventuali ulteriori misure: dalla conferma della sospensione, al prolungamento (per un massimo di sei mesi), fino all’eventuale richiesta di licenziamento.

La lettera del professore: “Parole inaccettabili, non mi rappresentano”

Secondo quanto riportato da diversi quotidiani, tra cui La Repubblica e Il Roma, il docente — un uomo di 65 anni — ha lasciato l’ospedale dopo un grave gesto autolesionistico avvenuto il 2 giugno. Prima di tentare il suicidio, avrebbe scritto una lettera indirizzata direttamente alla premier Meloni, in cui manifesta un sincero pentimento: “Con profondo rispetto e autentico pentimento, Le scrivo per scusarmi. Quelle parole non mi rappresentano né come uomo né come educatore. È stato un grave errore, che ora sento tutto il peso di dover riconoscere”.

Nel testo, il professore sottolinea di non aver mai avuto intenzione di augurare del male a un minore e ribadisce la sua lunga esperienza nella scuola, durante la quale — scrive — non avrebbe mai fatto prevalere le proprie opinioni politiche sull’insegnamento. Chiede quindi un incontro con la premier, “da uomo, da cittadino e da educatore”, perché — afferma — sbagliare è umano, ma riconoscere l’errore è un atto di dignità”.

Fonti vicine a Palazzo Chigi riferiscono che la presidente del Consiglio avrebbe manifestato disponibilità a incontrarlo.

Il tentativo di togliersi la vita

Dopo che il post incriminato è stato reso pubblico e diffuso ampiamente sui media e sui social, il docente è finito al centro dell’attenzione nazionale. Il pomeriggio del 2 giugno, ha chiamato la dirigente scolastica del suo istituto comunicandole di aver ingerito un mix di medicinali e alcolici. Immediato l’intervento dei Carabinieri, che lo hanno soccorso e accompagnato in ospedale.

Le indagini

Nel frattempo, la Procura di Roma ha aperto un’indagine per valutare eventuali responsabilità penali legate all’utilizzo denigratorio dei social media, aggravato dal coinvolgimento di un minore e dal ruolo pubblico dell’autore, in quanto insegnante.

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