Prof a chiamata diretta/3. Le proteste dei sindacati

Immediate sono state infatti le proteste dei sindacati confederali. Molto dure e nette quelle della CGIL scuola (“il decreto viola la Costituzione” e “suona come una provocazione per le decine di migliaia di docenti inseriti nelle graduatorie permanenti“) e anche quelle della UIL scuola (“Questo decreto ha una sua logica solo come anticipazione della devolution, e prefigura rischiosamente tanti sistemi di reclutamento quante sono le Regioni“). Più problematica la CISL, che critica soprattutto l’eccesso di delega e l’incursione del Governo in materie riservate alla contrattazione (la legge 53 disciplina le nuove modalità di formazione iniziale, non il reclutamento, e il legislatore delegato non può intervenire sullo stato giuridico dei docenti). Lo SNALS sollecita “una seria riflessione sulla materia, considerata la sua specificità, con le Organizzazioni Sindacali”, perché considera “la formazione iniziale ed in servizio dei docenti centrale nella prospettiva dell’innovazione” e perciò “non è consentita alcuna improvvisazione e il provvedimento attuativo dovrà rispondere coerentemente al testo della legge di riforma”. La Gilda chiede a sua volta un confronto a livello politico (cioè con il Ministro), poiché non è a livello tecnico che possono essere affrontati problemi come quelli affrontati nello schema di decreto. Tra le sigle sindacali, solo l’ANP ha preso una posizione nettamente favorevole al decreto, soprattutto sulla “acquisizione da parte delle scuole autonome della possibilità di assumere direttamente i docenti” e sul coinvolgimento attivo delle scuole in tutte le fasi del futuro processo di formazione dei docenti. Riserve, invece, sul fatto che la definizione del “profilo culturale e professionale del docente” venga affidata a un decreto ministeriale. L’ANP preferirebbe che la materia fosse regolata direttamente dal decreto legislativo. Ma al Ministero, evidentemente, si ritiene che la soluzione del decreto ministeriale sia meno dirompente nel rapporto, già difficile, con i sindacati, e più compatibile con scenari di tipo negoziale.