Privatisti alla maturità/2. Candidati interni a mille km da casa: come fanno a frequentare le lezioni?

Una delle condizioni inderogabili per l’ammissione all’esame di maturità (oltre alla sufficienza in tutte le materie e nel voto di comportamento, alla partecipazione alle prove Invalsi e alle esperienze di alternanza scuola-lavoro – PCTO) è l’avere frequentato le lezioni per almeno tre quarti del monte ore annuo (es. 750 ore di 1000 ore annuali). Mentre per i privatisti candidati esterni alla maturità il problema non si pone, per gli altri privatisti diventati con l’esame di idoneità candidati interni negli istituti paritari la questione è a dir poco problematica.

Infatti, per la maggior parte dei 19mila privatisti che ogni anno diventano candidati interni in istituti paritari come fanno ad assicurare la presenza pressoché continuativa alle lezioni pur avendo la propria residenza a diverse centinaia di chilometri di distanza dalla sede? L’anno scorso la DAD li ha salvati, ma prima? E quest’anno?

La maggior parte di loro risiede in città molto lontane, ad esempio al Nord dell’Italia dove sono rari o inesistenti gli istituti paritari intenzionati a largheggiare in operazioni a favore dei privatisti.

Nella loro condizione di candidati interni alla maturità nelle quinte classi dell’istituto paritario gli ex-privatisti, che per l’intero anno scolastico dovranno frequentare le lezioni in vista dell’esame, avranno bisogno innanzitutto di trovare un domicilio il più vicino possibile alla sede dell’istituto.

In grandi città come Napoli o Roma un domicilio da qualche parte lo si trova certamente, ma in provincia e nei piccoli centri diventa difficile trovare casa, soprattutto se gli interessati sono numerosi.

Ma un domicilio vicino alla sede dell’istituto è assolutamente necessario per seguire le lezioni non solo per prepararsi all’esame di maturità, ma anche per garantire la frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuo di lezioni richiesto, anche per gli studenti delle secondarie paritarie di II grado, come requisito necessario per la validazione dell’anno e per essere ammessi all’esame.

Viene da pensare che in moltissimi casi migliaia di quei candidati alla maturità non frequentino minimamente le centinaia di ore di lezione dovute, coperti dal falso ideologico degli istituti che a fine anno li ammettono all’esame comunque. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca…

Come è stato fatto quest’anno per i candidati privatisti, occorre rilevare i dati anagrafici anche di questi candidati interni ex-privatisti, rilevandone, per di più, la residenza anagrafica effettiva.

La tenuta obbligatoria del registro elettronico e soprattutto controlli e ispezioni dovrebbero servire a contrastare e prevenire i diplomifici che prosperano lucrando sulla ricerca facile del diploma da parte di tanti privatisti.

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