Preside maltrattava suoi insegnanti. Interdetta da incarichi pubblici

Vendicativa e irascibile con i colleghi insegnanti. La preside di un istituto di Afragola, “Europa Unita”, è ora accusata di “gravi atti di maltrattamento” nei confronti di alcuni docenti in servizio nella scuola di cui era preside e per questo motivo il gip ha emesso nei suoi confronti una misura interdittiva. La DS era già stata trasferita altrove dopo un’ispezione disposta dal Ministero dell’Istruzione. 

Dalle indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, è emerso che la dirigente scolastica, durante il suo periodo di permanenza ad Afragola, vessava verbalmente alcuni insegnanti, tre dei quali hanno presentato esposti al Ministero. Il gip, si legge in un comunicato a firma della procuratrice, Maria Antonietta Troncone, “ha condiviso le valutazioni della Procura essendo state ravvisate condotte talmente gravi da non consentire alla dirigente di ricoprire incarichi pubblici”.

I docenti, prima di rivolgersi alla Procura di Napoli Nord, avevano inoltrato numerosi esposti al ministero dell’Istruzione ed era scattata un’ispezione interna. Dopo gli accertamenti, il ministero ha disposto il trasferimento del dirigente scolastico in un’altra sede. Adesso è arrivata la decisione del gip, che ha condiviso le valutazioni della Procura di Napoli ravvisando “condotte talmente gravi da non consentire alla dirigente di ricoprire incarichi pubblici”. L’indagata ricopriva anche un altro incarico pubblico dal quale si è dimessa dopo la notifica del provvedimento, quello di assessore al Comune di Afragola. 

Al Corriere della Sera una docente dell’istituto ha raccontato di invettive tipo “io vi rovino”, “perché non si licenzia?” e “lei se ne deve stare a casa”. Offese, ricorda l’insegnante “che fioccavano anche per un solo minuto di ritardo, oppure se andavamo in macchina per prendere, per esempio, il cellulare dimenticato“.

A un certo punto non sono riuscita a sopportare, non ce l’ho fatta più – racconta la prof -, mi sono dimessa dallo staff e mi sono recata al provveditorato per dire ‘ci aiutate?’. Ho deciso di denunciare per l’amore che nutro nei confronti della scuola e dell’insegnamento, perché non posso dire a un mio alunno ‘devi combattere le ingiustizie’ se non sono io la prima a farlo”.

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