Preside aggredito a Taranto, sindacati: ‘Tendenza acclarata, Stato faccia sentire la sua presenza’

Lo scorso 31 gennaio, il dirigente dell’istituto comprensivo “Dante Europa” di Taranto è stato aggredito dai genitori di un alunno all’interno della scuola. La vittima, Marco Cesario, subito dopo l’aggressione si sarebbe fatta medicare e avrebbe sporto denuncia. A rivelare l’episodio è stata Cisl Puglia che, attraverso il segretario generale Antonio Castellucci e la segretaria della Cisl Scuola Puglia Gianna Guido, parla di “fatto inaccettabile e, purtroppo, ormai emblematico, in quanto sintomo di un rifiuto generalizzato di quella legalità di cui la scuola, soprattutto in contesti difficili, è spesso l’unico presidio”. Dirigentiscuola: “Ora mobilitazione di categoria”.

“Il dirigente – sottolinea la Cgil in una nota – mentre era in servizio è stato oggetto dell’attacco violento da parte di un genitore che si è scagliato contro di lui ferendolo, dopo una discussione per futili motivi con l’insegnante della figlia. L’aggressione, l’ennesima ad un rappresentante della scuola – sottolinea Giovanni D’Arcangelo, segretario della Cgil Taranto – è il termometro di una tendenza che ormai è fin troppo acclarata. La scuola-bersaglio, delegittimata, depotenziata, definanziata, svilita al ruolo di azienda o parcheggio in cui i genitori possono pretendere e comandare“.

Anche DirigentiScuola condanna in una nota ogni forma di violenza nei luoghi di lavoro e pensa di andare oltre. Incontrerà presto il direttore generale dell’Ufficio scolastico della Puglia, non solo per rappresentare lo sdegno di un’intera categoria, ma anche per avanzare proposte immediate per porre un freno ai continui attacchi al “cuore” del sistema. “E’ inconcepibile che chi è aggredito sia costretto a ricorrere a cure mediche e chi aggredisce se ne stia a piede libero, in attesa che la giustizia faccia il suo lungo corso. Occorre la certezza della pena sì, ma anche la certezza di misure restrittive immediate anche di natura diversa da quelle penali che diano riscontro a una condizione di impunità non più tollerabile. C’è una nuova emergenza sociale, ancorché educativa, da affrontare: lo Stato deve far sentire la sua presenza. Ci facciamo promotori di un’azione sindacale di protesta a Bari, per dare avvio ad una mobilitazione di categoria, per interloquire con il Governo, per dire basta alla continua delegittimazione del ruolo professionale e allo svilimento delle funzioni”.
 

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