Preselezione per dirigenti: uno, nessuno, centomila

Mancano meno di tre settimane al 12 ottobre, data di svolgimento della preselezione per il concorso a dirigente scolastico, e, mentre si attende di ora in ora la pubblicazione delle 100 (150?) domande che dovrebbero essere espunte per errori, incongruenze o complessità (ancora qualche sito web scomoda Pirandello per affermare che ma non è una cosa seria), corre anche voce di un possibile rinvio della prova per una integrazione del bando (il tempo per le prove?).

Voci, ancora una volta, da confermare. Si vedrà.

C’è, però, una questione, a monte di tutto questo, che riguarda non i contenuti della batteria dei test o i tempi delle riposte, bensì la ragione stessa della preselezione.

Per quale ragione è stata voluta la preselezione? Per snellire il numero dei candidati e accelerare, quindi, i tempi di svolgimento del concorso vero e proprio. Da stime ufficiose, non confermate, si era arrivati a prevedere, nella peggiore delle ipotesi, una partecipazione di oltre 100 mila persone.

Ricorrere alla preselezione era, quindi, più che opportuno. Alla fine il numero di 42 mila candidati ha semplificato il problema, ma non lo ha eliminato. Preselezione ok.

Per essere ammessi alla prova scritta i candidati dovranno fornire almeno 80 risposte esatte sulle 100 proposte (le risposte sbagliate o mancate non hanno incidenza alcuna). Val la pena, nel dubbio, buttarsi.

Ma se alla fine raggiungessero il limite richiesto tutti i candidati? Oppure nessun candidato arrivasse a 80 su 100? Cosa succederebbe?

Evidentemente si è fatto affidamento sulla statistica e sulla esperienza di altri concorsi pubblici, ma potrebbe non bastare, con il rischio di rendere inutile, o quasi, la prova preselettiva.

Uno, nessuno, centomila scriveva Pirandello.

Forse valeva la pena prederminare per ciascuna regione, un limite del numero di ammessi. O no?

Così è se vi pare…