Precariato/1. Una battaglia che unifica l’opposizione

Il 23 luglio è stato il giorno della protesta dei precari, che si sono riuniti a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla Camera, per un sit-in durato dalle 11 fino alle 17.

Protagonisti sono stati i CIP, Comitati Insegnanti Precari, e la Rete docenti precari, il cui appello è stato raccolto dalla miriade di sigle che costituiscono la galassia del precariato scolastico italiano (c’è perfino un Orgoglio precario). Ciò che ha più impressionato tuttavia è l’ampiezza delle adesioni “importanti” che sono pervenute all’iniziativa, al di là di una partecipazione alla manifestazione forse inferiore alle aspettative.

Tra le sigle e le formazioni che hanno assicurato il loro sostegno e la loro presenza vi erano infatti la Flc Cgil, la Cisl Scuola e la Uil Scuola, il Cidi, i Cobas, la Gilda degli insegnanti, i Cub Scuola, nonché, tra i politici, Rifondazione comunista, i Comunisti italiani e Sinistra democratica. Uno schieramento imponente, cui si è aggiunta anche la senatrice del Pd Mariangela Bastico, ex viceministro dell’Istruzione durante il Governo Prodi, mentre altri parlamentari del Pd hanno portato la loro solidarietà direttamente in piazza.

Un indubbio successo politico e organizzativo per i promotori, che sono riusciti a unificare una opposizione politica e sociale divisa e frammentata su molti altri terreni. Anche se può indurre a riflettere il fatto che il maggior punto di aggregazione di questa opposizione sia una battaglia a difesa dei (sacrosanti) diritti acquisiti da alcuni, piuttosto che un impegno per la conquista di nuovi diritti per tutti.