Precariato: servono soluzioni tempestive, talvolta impopolari

Sulla questione del precariato ci ha scritto il lettore Leonardo Pangallo, della FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) di Reggio Calabria. Ne pubblichiamo volentieri l’intervento, invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro riflessioni e a proporre nuovi temi, tramite l’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Sono entrato nella scuola nel ’71 e già si parlava di precariato. Per la sua strutturazione, la scuola comunque e sempre genera precariato. Bisogna solo trovare delle soluzioni per ridurre al massimo questo fenomeno soprattutto nell’aspetto che riguarda i tempi. Penso che sarebbe utile dare un contributo alla soluzione di questo problema con delle proposte e delle ipotesi di discussione.

Tempi della protesta: il docente dorme 365 giorni l’anno e si sveglia il giorno dopo che… è scoppiato il problema, dunque, la soluzione è tardiva.. Quando la casa brucia, puoi solo spegnere il fuoco ma non salvi la casa. Queste proteste andavano fatte per tempo, ovvero al momento dell’attuazione delle leggi. Mi fanno rabbia certi sindacati e i politici che oggi cavalcano la tigre della protesta. Soprattutto senza proposte costruttive. Non è gridando o facendo gesti eclatanti che si può ottenere qualcosa, e tanto meno mettendosi in mutande o salendo sui tetti. Tutti sappiamo, compresi i docenti precari, che le nomine hanno validità fino al 30 giugno o al massimo, fino al 31 agosto, quindi, non esiste alcun impegno da parte dello Stato per la riconferma. Questo fatto, che ripeto era a conoscenza di tutti, doveva sollecitare sindacati, politici, docenti, associazioni, ciascuno secondo le sue competenze, a trovare delle soluzioni per non continuare a generare precariato in questa istituzione, fondamentale per milioni di famiglie..

Ho sempre affermato che nella scuola non mancano i soldi. Anzi per certi aspetti ce ne sono anche troppi. Il problema è che i fondi sono mal gestiti e sperperati in tante attività utili non alla qualità dell’istruzione ma a certe strutture e ai privati. Basta mettere a confronto certi progetti che ufficialmente il Collegio dei docenti ha deliberato, con la realtà nella quale essi si dovrebbero realizzare. Vedo, per lo meno in Calabria, che le scuole sono investite da progetti e progettini che si avvalgono delle più svariate denominazioni secondo l’uso che serve. Un detto calabrese recita: ” Jumara eri e Jumara torni (Fiumara eri e fiumara torni ad essere). Ovvero dall’esterno arrivano i soldi e soggetti esterni usufruiscono della maggior parte di questi soldi.

Proposte:

  • Coraggio di assumere posizioni impopolari. Ad esempio, per un certo periodo non emanare alcuna ordinanza di reclutamento, o reclutare il personale solo attraverso le graduatorie esistenti.
  • In diverse province esistono posti disponibili: ad esempio, a Milano sono stati immessi nei ruoli poco più di 300 collaboratori scolastici e poi vediamo che per il conferimento dell’incarico annuale sono stati convocati tutti gli inclusi nelle graduatorie, ovvero migliaia di posti ancora liberi. Quindi immettere nei ruoli fino all’esaurimento dei posti
  • Dopo un’indagine sul potenziale fabbisogno, ad esempio in un triennio, bandire concorsi solo per i posti realmente esistenti senza dare la durata triennale della graduatoria. Mi spiego meglio: Una volta assunto il personale necessario la graduatoria cessa la sua validità. Può essere utilizzata, al massimo, per le supplenze brevi.
  • 20 anni fa, nella qualità di responsabile della sezione Scuola media dell’allora IRRSAE Calabria, avevo proposto e l’Istituto l’ha realizzato, la costituzione delle Unità Educative Territoriali (UET). L’UET era composta da quattro figure professionali formate per competenze e professionalità, che supportavano i docenti per migliorare la qualità dell’insegnamento.

Il ministro parla di disoccupazione anticipata (non bisogna giocare con la dignità dei precari) ed altre soluzioni-tampone che costituirebbero più un altro sperpero di denaro che la soluzione al problema. Quindi, per questi precari si potrebbero adottare i seguenti provvedimenti:

  • Richiamarli subito in servizio assegnandoli in una sede, solo per la gestione amministrativa
  • Utilizzarli per supplenze brevi, non solo in quella sede ma per l’intera provincia
  • ( vecchia DOA riveduta e corretta)
  • Organizzare per loro un corso breve di formazione per figure professionali
  • Utilizzarli nei vari progetti (PON, Por ecc.ecc.) prima di ricorrere ad agenzie esterne
  • Sostituire i docenti di ruolo impegnati nei progetti

Leonardo Pangallo

FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Reggio Calabria

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