Precariato e riforma del reclutamento dei docenti: un dilemma per il governo

Il testo della finanziaria su formazione e reclutamento degli insegnanti, che ha superato indenne gli emendamenti della Camera, si prepara ad affrontare quelli del Senato in una condizione di imprevista criticità, conseguente alle forti pressioni per dare soluzione organica e definitiva al fenomeno del precariato della scuola.

Il testo iniziale del Consiglio dei ministri aveva previsto “…di dare adeguata soluzione al fenomeno del precariato storico e di evitarne la ricostituzione, di stabilizzare e rendere più funzionali gli assetti scolastici, di attivare azioni tese ad abbassare l’età media del personale docente e di definire contestualmente procedure concorsuali più snelle con cadenze programmate e ricorrenti…”

L’obiettivo, equilibrato, era di dare soluzione ad una parte del fenomeno dei precari e, quasi contestualmente, di (ri)attivare forme snelle e frequenti di nuovi concorsi.

La pressante richiesta venuta dalla base del precariato e sostenuta dai sindacati di categoria e da diversi gruppi politici, anche di opposizione, porterà quasi certamente a rivedere quel progetto di riforma, mettendo il Governo di fronte ad un dilemma: rinviare l’attuazione di nuove forme di formazione e di reclutamento dei docenti a graduatorie esaurite (forse nel 2015), oppure avviare contestualmente nuove procedure di formazione e di concorso (nel 2010) con l’effetto però di raddoppiare i tempi di esaurimento completo delle graduatorie?

Le due prospettive sono difficili da conciliare, ma la scuola può aspettare altri dieci anni per indire concorsi e reclutare giovani insegnanti?