Precari, la Flc Cgil teme l’aggiramento delle norme europee

Non permetteremo che attraverso atti legislativi, venga aggirata la normativa europea“: a lanciare l’avvertimento è il segretario generale della Flc, Mimmo Pantaleo, secondo il quale per risolvere la questione dei precari è necessario un confronto con i sindacati, tenendo conto che è possibile stabilizzarne almeno 100 mila.

La ministra Gelmini e il Governo vendono fumo mentre la condizione della scuola pubblica e dei precari è drammatica. Si procede con atti unilaterali senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali. Tutto viene deciso – afferma Pantaleo – in stanze chiuse, con l’obiettivo di vanificare i diritti dei precari. Occorre perciò che rapidamente venga attivato un tavolo di confronto tra il Governo e tutte le organizzazioni sindacali che affronti in maniera trasparente il numero delle immissioni in ruolo, le modalità di definizione degli organici, le nuove norme sul reclutamento e la gestione delle graduatorie nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale. La Flc rivendica da mesi – ricorda il sindacalista – un piano pluriennale di immissioni in ruolo per il personale precario docente e Ata che da tantissimi anni continua a garantire la qualità dell’offerta formativa nelle nostre scuole. Secondo i nostri calcoli è possibile l’immediata stabilizzazione di almeno centomila precari tra docenti e ata, coprendo tutti i posti vacanti (70.000) e stabilizzando tutti i posti di sostegno per gli alunni disabili e gli spezzoni orari (ulteriori 30.000 posti). Al contrario le uniche preoccupazioni del Governo sono quelle di ridurre al massimo le immissioni in ruolo e negare diritti ai lavoratori precari“.

Non permetteremo che attraverso atti legislativi, venga aggirata la normativa europea e venga cancellato, per i soli lavoratori della scuola, il limite del triennio come vincolo delle stabilizzazioni dei contratti di lavoro a termine” avverte Pantaleo aggiungendo che “se si persegue questa strada, si intende stabilire il principio, in aperta violazione del diritto comunitario, che nella scuola si potrà rimanere a vita precari“. “Siamo pronti a intraprendere tutte le azioni politiche e legali per fermare un provvedimento fortemente penalizzante per i lavoratori e le lavoratrici. Il Governo vuole demolire la scuola pubblica e continua a prevedere nei prossimi anni ulteriori tagli. Lo sciopero generale del 6 Maggio – conclude – sarà la risposta necessaria a un Governo che considera l’istruzione pubblica un lusso riservato a pochi e il lavoro semplicemente una merce“.